Cultura Editoria in crisi

MicroMega sta per chiudere

Lo ha detto il suo direttore Paolo Flores d'Arcais, secondo cui l'unica possibilità di sopravvivenza è raggiungere i 5000 abbonati, dai 500 attuali

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/14-12-2023/micromega-sta-per-chiudere-500.jpg MicroMega sta per chiudere


Paolo Flores d’Arcais ha annunciato che MicroMega, la rivista di politica e cultura che ha fondato e che dirige, cesserà le pubblicazioni quest’anno, a meno che nei prossimi giorni almeno 5mila persone non si impegnino a sottoscrivere un abbonamento. Attualmente però gli abbonati sono solo 500. Flores d’Arcais ha spiegato molto concretamente che l’assai probabile chiusura della rivista è dovuta alle perdite economiche cominciate dopo che nel 2021 il suo vecchio editore – il gruppo GEDI, che pubblica tra gli altri Repubblica e La Stampa – aveva rinunciato a continuare a pubblicarla:

"Da quando siamo nati come società autonoma, dopo la chiusura decretata da GEDI, perdiamo tra 10 e 15mila euro al mese. Fin qui siamo andati avanti grazie a una donazione di 100mila euro di un amico e a miei versamenti/prestiti alla società per complessivi 250mila euro (oltre ai mancati stipendi). Non abbiamo altre risorse, da due mesi i redattori e i fornitori non vengono pagati, e dunque la prossima settimana cominceremo ad avviare le procedure per la liquidazione della società", aveva detto in settembre. 

Flores d’Arcais ha detto che attualmente la rivista ha 500 abbonati all’edizione cartacea, a cui si aggiungono circa 300 copie al mese vendute in libreria, e 1.200 abbonati “digitali” alla newsletter settimanale: «Per un bilancio saldamente in equilibrio ci serve almeno il triplo». 

MicroMega è una rivista filosofico-politica di sinistra fondata nel 1986 da Flores d’Arcais, che in passato la definì «una rivista mattone» per via della lunghezza e profondità teorica dei suoi articoli (talvolta più simili a dei saggi). Ebbe un suo momento di protagonismo quando si impegnò in più attive militanze antiberlusconiane dal 2002 in poi, nel cosiddetto “periodo dei girotondi”, il movimento nato per contestare con manifestazioni pacifiche le politiche dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In anni più recenti era stata stabilmente in perdita, ma una perdita poco significativa relativamente al giro d’affari del gruppo GEDI. Con la separazione da GEDI erano iniziate le difficoltà, che Flores d’Arcais aveva segnalato fin da subito. Di recente le cose hanno iniziato ad andare peggio del solito perché si è tirato indietro «il principale finanziatore/socio», ha detto Flores d’Arcais. «E agli altri, più piccoli, quasi tutti amici, pronti a sottoscrivere quote di 10 mila euro, non vogliamo fare correre rischi».


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