Economia Mercato Immobiliare

Case, in provincia di Ragusa l’inflazione spinge domanda e prezzi

Le previsioni Fimaa sulle compravendite dell'ultimo quadrimestre 2022



 Ragusa - Da qui a fine anno - per gli agenti immobiliari della Federazione italiana mediatori agenti d’affari, aderente a Confcommercio - il mercato della compravendita abitativa sarà caratterizzato da una stabilizzazione del numero degli scambi, della domanda per l’acquisto e dei prezzi di compravendita. In generale non manca la domanda, manca l’offerta: percepita in riduzione del 48,8%. Le stesse preoccupazioni economiche che spingono chi ha una casa a tenersela stretta, come bene rifugio da affittare, spingono anche i risparmiatori all'acquisto; visto che i soldi spesi in locazioni sono sostanzialmente buttati e, aggiungendoci i costi delle utenze fisse, tutto rappresentano fuorché un buon affare. Il mattone rappresenta un investimento più dell'oro e questo fa sì che il pur ridotto potere d'acquisto dei compratori vi si concentri, e che le richieste dei venditori aumentino.

La fotografia del sentiment del mercato immobiliare residenziale, riferito al consuntivo del II quadrimestre 2022 e previsioni per il terzo quadrimestre, evidenzia dunque un mercato ancora stabile, ma con percentuali di crescita “più limitate”. L'indagine dei rilevatori Fimaa (attraverso un questionario online, con metodologia Cawi) hanno riguardato 53 province di Nord e Sud Italia, tra cui - in Sicilia - quella di Ragusa, realtà quantomai dinamica nell'ultimo periodo. Ebbene, il sentiment ipotizza un decremento del numero degli scambi (42,8% dei giudizi) con prezzi medi di vendita stabili (per il 73,2% del campione) e inflazione e rincari energetici come principale discrimine del trend real estate (tabella allegata). Un report che contrasta, almeno per il territorio ibleo, con le stime diffuse da Idealista il mese scorso.

Il motivo è nell’estrema variabilità della qualità degli immobili in vendita passando da appartamenti, case singole e ville molto differenti per stato e ubicazione. “La fotografia scattata dagli agenti immobiliari mostra un comparto sostanzialmente in buona salute - afferma Andrea Oliva, coordinatore Ufficio Studi Fimaa - trainato dalle abitazioni nuove che, essendo efficientate energeticamente, hanno segnato anche un aumento considerevole dei valori medi. Le previsioni per l’ultimo quadrimestre non fanno trasparire significative variazioni in rapporto al secondo. Il rialzo dei tassi di interesse sui mutui suggerirebbe di non attendere tempi migliori per chi intende acquistare immobili”.

“Le incertezze innescate dal conflitto russo-ucraino, con il relativo rincaro dei costi energetici e delle materie prime, se da un lato generano per alcuni compratori una posizione attendista, dall’altro rafforzano l’orientamento protettivo verso i propri risparmi - aggiunge Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa -. La casa infatti, per il fatto di non subire la volatilità tipica dei prodotti finanziari, attrae storicamente gli investitori anche nelle fasi di incremento dell'inflazione. Negli anni '80 e '90 gli immobili si sono sempre venduti nonostante i tassi di interesse oltre il 20% sui mutui, anche per tutelare i propri risparmi. La pandemia ha indirizzato la domanda verso soluzioni abitative più ampie, con giardino, balcone o terrazzo, spazi da dedicare allo smart working. Oltre a un rinnovato interesse degli investitori verso le unità immobiliari di dimensioni contenute da utilizzare come seconde case al mare, al lago o in montagna".


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