Stoccolma - Il Comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il Nobel per la Pace del 2023 all’attivista iraniana Narges Mohammadi per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti». Mohammadi è una delle più celebri attiviste per i diritti delle donne e per i diritti umani in Iran, che ha partecipato tra le altre cose alle proteste cominciate l’anno scorso dopo la morte di Mahsa Amini. In questo momento si trova in prigione in Iran.
Il Nobel per la Pace è uno dei premi internazionali più prestigiosi, ed è assegnato a personalità che lavorano «per la fratellanza fra nazioni, per l’abolizione o riduzione degli eserciti permanenti e per la promozione o il sostegno di processi di pace», come chiese al momento dell’istituzione del premio l’industriale svedese Alfred Nobel.
A differenza delle altre categorie, che sono assegnate a Stoccolma, è assegnato a Oslo e deciso dal Comitato norvegese per il Nobel, composto da cinque membri selezionati dal parlamento norvegese. Funziona così per un’indicazione esplicita di Alfred Nobel, legata al fatto che nel 1901 la Norvegia faceva ancora parte del Regno di Svezia e Norvegia. I cinque membri di solito sono ex politici norvegesi in pensione, ricevono le candidature entro febbraio e decidono secondo un procedimento che resta segreto: tutti i documenti e le registrazioni del processo di selezione sono secretati per 50 anni.
Il premio dell’anno scorso fu assegnato all’attivista russo Ales Bialiatski, all’organizzazione russa per i diritti umani Memorial e al Centro per le libertà civili ucraino.