Raffadali, Ag "È interesse dei cari di Gabriele fare sapere che confidano nella giustizia e nell'attività investigativa". La madre del 24enne ucciso dal padre a colpi di pistola, in piazza a Raffadali, chiede che si vada a fondo su quanto accaduto martedì mattina nel centro del paese agrigentino. In una nota firmata anche dallo zio Giuseppe e dalla nonna Francesca si informa che, insieme a 3 avvocati di fiducia, “è stata predisposta una produzione documentale da offrire al pubblico ministero": un lessico burocrate, opera certa dei legali, per annunciare che seguiranno l’autopsia sul cadavere del ragazzo, predisposta dai magistrati – per motivi incomprensibili – sul cadavere già straziato del ragazzo.
L’esame autoptico si terrà venerdì pomeriggio e vi parteciperà anche un consulente di parte della difesa del padre della vittima, Gaetano Rampello. Stamani alle 12.30, davanti al gip, l'udienza di convalida del suo arresto. E' stato lui stesso, poliziotto a catania, a chiamare i carabinieri facendosi trovare alla fermata di un bus poco distante dal teatro della sparatoria. Un delitto da inquadrare nel profondo disagio all'interno della famiglia per le condizioni psichiche del ragazzo, ricoverato per 3 anni in una struttura sanitaria. Pare spendesse troppi soldi negli acquisti online: "Gli davo 600 euro al mese ma non gli bastavano mai, mi picchiava e minacciava sempre per i soldi".
La goccia è traboccata dal vaso per 15 euro in più richiesti dalla vittima. Delle 14 pallottole sparate da vicino a testa, torace e addome – in preda a una furia cieca - "ne ricordo solo due" ha messo a verbale. Una ricostruzione, impressa nelle immagini girate dalle telecamere stradali, che però non convince la madre di Gabriele che, insieme agli altri congiunti, resterà “a disposizione dell’autorità giudiziaria per fornire ogni contributo utile affinché Gabriele possa avere giustizia. Non dirameranno nessun commento sul tragico evento - precisano - nonché in merito al responsabile, perché questo lutto merita di essere rispettato con silenzio".
Una chiara considerazione, però, viene pur espressa nel freddo comunicato: "Nessuna ipotetica giustificazione potrà mai legittimare un padre che priva il figlio della propria vita". "Un'altra tragedia familiare, nel giro di pochi giorni - ha detto l'arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano, riferendosi alla recente strage di Licata - che richiede da parte di tutte le istituzioni una maggiore attenzione alle nuove povertà di questo tempo: una nuova ferita, che non può alimentare l'odio verso l'uccisore, ma non può neppure lasciarci indifferenti di fronte al male che serpeggia nei nostri contesti, a partire da quelli più sacri".