Ragusa - Giovedì 24 aprile 2014, ore 13,35, via Vittorio Emanuele Orlando a Ragusa. Come in tutti i giorni di scuola, a quell’ora e in quella strada urbana si forma una lunga fila di automobili: sono i genitori degli alunni della “Scuola Francesco Crispi” (elementare e media, totale di circa ottocento alunni) e degli studenti del Liceo Classico “Umberto Primo”. Una parte residua è formata da insegnanti e dipendenti delle due scuole.
Ma giovedì 24 la fila era particolarmente lunga, e le automobili incolonnate praticamente non si spostavano se non di pochi centimetri. Un mio amico, dopo aver preso i propri figli, alunni delle elementari, si incolonna e solo dopo buoni dieci minuti si capacita del perché di quella lunga ed immobile, inconsueta colonna d’auto. Alla fine della via Orlando, all’incrocio con la Piazza Igiea (dove è l’Ospedale Giambattista Hodierna) era una Range Rover nuovo modello, bianca. A bordo una signora, apparente età quarantacinque anni, bionda (vera o falsa?) e una ragazzina, forse di prima media. La automobile inglese (ma in realtà di proprietà della tedesca BMW) era parcheggiata al centro della carreggiata, tra l’altro distante dal marciapiede (e dire che oltre la metà dei SUV e dei fuoristrada che circolano nel capoluogo ibleo sono stati acquistati per poter salire con le ruote sui marciapiedi) e con la guidatrice impegnata in una conversazione con un signore, un ragusano abbastanza noto in città. I due hanno conversato buoni dieci minuti, di fatto bloccando la circolazione stradale. Il mio amico, giunto accanto al bianco fuoristrada ha apostrofato la signora senza mai usare parole volgari ed anche il suo compagno di conversazione. Ha gridato, ma nessuno dei due si è scomposto più di tanto. Evidentemente la conversazione era seria, verteva su argomenti delicati. Chiudo facendo notare due cose, molto importanti entrambi. In via Vittorio Emanuele Orlando è parcheggiata una autoambulanza del 118 sempre pronta a partire. Quella gentile signora e la sua grande automobile (ma il discorso sarebbe valso anche se al posto della Range Rover fosse stata una Smart o una di quelle macchinette di plastica dei ragazzi quattordicenni che tanto di moda sono nella ricca Ragusa) – nel caso malaugurato il mezzo di soccorso di fosse mosso a sirene spiegate – ne avrebbe quantomeno intralciato la corsa, se non bloccata. La seconda osservazione: poco prima del mio amico (e delle sue maledizioni), accanto, ma proprio accanto alla Range Rover bianca, è passata (anch’essa a passo d’uomo in una strada improvvisamente ristrettasi per consentire la conversazione della ragusana e del suo conoscente) una Alfa Romeo della Polizia (forse della Volanti, ma non ne abbiamo certezza). I poliziotti all’interno non hanno mosso un dito per dire alla signora di spostarsi. O, se anche lo avessero mosso quel dito, la signora non ne ha recepito il significato e comunque non si è mossa, disattendendo la indicazione dei poliziotti, che non hanno replicato, stando almeno ai risultati (o, meglio, alla mancanza di essi risultati).
Dimenticavo: il mio amico che ha vissuto l’esperienza e si è rovinato l’umore, è un alto rappresentante di un’altra forza dell’Ordine.