Cultura Ragusa

Francesco Merlo: le parole contengono malintesi

Il sillabario

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/14-08-2017/francesco-merlo-parole-contengono-malintesi-500.jpg Francesco Merlo


Ragusa – Le parole non somigliano alle cose che nominano. Perchè contengono malintesi. E' un peccato che uno degli eventi culturali più importanti dell'estate iblea sia stato pubblicizzato poco e male. Eppure, la presenza di Francesco Merlo a Marina di Ragusa, ospite della libreria Ubik, è stato uno dei momenti di ossigeno puro nella programmazione di eventi celebrativi del nulla che questa terra si autoimpone.

“Sillabario dei malintesi” (Marsilio Editori) il libro del giornalista catanese, oggi editorialista di Repubblica, già del Corriere della Sera, capace di raccontare l'Italia di oggi con fioretto letterario, sciabola da cronista.

Nasce dalla affascinazione per una corrente di pensiero che rilegge la storia non secondo il comune criterio cronologico ma secondo il metodo diacronico dei luoghi in cui i fatti storici sono avvenuti, l'intuizione di Francesco Merlo.
Noi ricordiamo Dallas, Troia, Piazza Fontana, la strage di Bologna. Sono luoghi della nostra memoria e del nostro immaginario, la cui data sfuma nel ricordo. Quando fu ucciso Kennedy? In quale anno? Ricordiamo la metà degli anni Sessanta, ma non la data. Ricordiamo però Dallas.
Merlo sostituisce la cronologia e la geografia con la parola.

La prima parola del suo libro è quindi Monarchia. Il papà di Francesco era di destra, la mamma, oggi 97enne, di sinistra. Papà votò Repubblica, mamma scelse la Monarchia. Perchè? Nel 1946 alcuni votarono il Re perchè amavano il popolo, altri perchè lo disprezzavano.
Gaber cantava “Qualcuno era comunista”, ecco, potremmo dire “Qualcuno era monarchico”, non cambierebbe molto.

Luigi Einaudi, Enrico De Nicola, Benedetto Croce, Eugenio Scalfari votarono monarchia. Gianni Agnelli votò monarchia, ma per motivi opposti.

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Un'altra parola è Referendum. Un gerundivo, il dover essere. In italiano usiamo questo tempo verbale per indicare le mutande, le pudenda, l'agenda. Referendum riconduce nella nostra memoria a broglio, al fattore allogeno K, la lettera estranea al nostro alfabeto, nella felice invenzione di Alberto Ronchey. C'è sempre un complotto, nella testa degli italiani, che impedisce alle cose di andare per il verso giusto.
Accade che Renzi proponga la riforma costituzionale, e che gli italiani rispondano al quesito: “volete cambiare la costituzione?” Con un: “vogliamo mandare a casa Renzi!”

Le parole, secondo Merlo, in Italia non offendono la realtà, la proteggono. In un Paese che ama la prossimità con il No, il No Global, il No Triv, il No Ponte, il sì è di Gertrude, e di Veltroni. Con un quasi che tempera, come nel quasi gol di Nicola Carosio.

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La letteratura, tuttavia, salva l'Italia. Come nel Commissario Montalbano, quando Salvo risolve tutte le inchieste individuando sempre il colpevole.
“Una volta chiesi a Camilleri: perchè Montalbano le azzecca tutte? Andrea rispose: la letteratura, in Italia, colma l'atto mancato. Quello che la realtà non ci dà, ce lo offre la letteratura”.


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