Attualità Sisma

Terremoti, la faglia siculo-maltese intanto dorme

Una faglia dal grande potenziale sismico, purtroppo

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/28-12-2018/terremoti-faglia-siculo-maltese-intanto-dorme-500.jpg La faglia siculo-maltese


Ragusa - A una settimana dall'eruzione, e dall'inizio dello sciame sismico sull'Etna e sui paesi pedemontani, si discute sulla pericolosità delle faglie sismiche in Sicilia.

Quella attivata dall'eruzione del Vulcano è la faglia sismica di Fiandaca, che attraversa Zafferana Etnea. Ma esiste un'altra faglia, detta siculo-maltese, o ibleo-maltese, non meno pericolosa. Si dice che il Big One, ovvero un terremoto simile a quello che nel 1693 distrusse la Sicilia orientale (raggiunse una magnitudo di oltre 7.5 gradi Richter), sia in ritardo di qualche decennio. 

Il cosiddetto "Plateau ibleo", limitato a nord e a nord-ovest dall’avanfossa Catania-Gela, ad est dalla Scarpata ibleo-maltese e a sud dallo Stretto di Sicilia è attraversato dalla faglia “Ibleo-Maltese”, una sorta di grande spaccatura in seno alla crosta terrestre che dall’isola di Malta risale verso le coste sud-orientali siciliane e il versante orientali degli Iblei che rappresenterebbero il blocco rialzato di questa importante struttura sismogenetica.

La faglia “Ibleo-Maltese“ da Malta risale in direzione della Sicilia orientale, ma è divisa in vari segmenti, ossia più faglie, dislocate fra gli Iblei e il tratto di fondo marino antistante le coste del siracusano e catanese. 

Esiste una faglia di Avola, che si estende per oltre 20 chilometri separando le montagne di Avola dalla pianura costiera, a sud di Noto la deformazione viene distribuita in una serie di faglie normali, il segmento di Rosolini-Pozzallo, che formano delle grandi scarpate rettilinee che raggiungono una altezza di 70 metri nei pressi dell’abitato di Ispica. 

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Il terremoto di Santa Lucia del 1990

La faglia “Ibleo-Maltese” determinò alle ore 01:24 del 13 Dicembre 1990 un importante terremoto nella Sicilia sud-orientale. La scossa ebbe una magnitudo di 5.7 Richter e una durata di circa 45 secondi, a cui seguì un’altra sensibile scossa di assestamento il giorno 16. L’epicentro venne localizzato nel Golfo di Augusta. Le città e i comuni più colpiti dalla grave scossa furono quelli di Augusta, Melilli, Sortino, Carlentini, Lentini e Francofonte, dove provocò, purtroppo, 17 morti, centinaia di feriti e 15.000 senzatetto. 


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