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Modica, dopo settanta anni ritornano i “Santuna di San Pietro”

Domenica 16 giugno alle 20,00 sarà presentato al pubblico San Pietro, il primo dei santoni, dalle dimensione di poco più di quattro metri



 Modica - Dopo settanta anni ritornano i “Santuna di San Pietro”, le statue giganti mobili raffiguranti Gesù ed i dodici apostoli che fino al 1954 caratterizzavano la festa di San Pietro del 29 giugno. I “Santuna “ procedevano la processione del simulacro di San Pietro assieme ad altri elementi coreografici come il gigante San Cristoforo di sei metri e la processione fu soppressa per decisione delle autorità religiose. Domenica 16 giugno alle 20,00 sarà presentato al pubblico San Pietro, il primo dei santoni, dalle dimensione di poco più di quattro metri.

L’iniziativa è dell’associazione KaliKantun fondata da Giuseppe Walter Buscema e Pierpaolo Ruta che hanno concretizzato un progetto avviato da tempo in memoria dei genitori Giorgio Buscema, giornalista de “La Sicilia”, e di Franco Ruta, cui si deve lo sviluppo del cioccolato a Modica, noti appassionati delle tradizioni popolari della Contea di Modica. L’associazione Kalikantun sta operando in sintonia e sinergia con la parrocchia di San Pietro, coordinata da Don Giuseppe Stella, che ha accolto grande favore la ripresa di una tradizione scomparsa nel 1954 e di cui rimane traccia solo in vecchie foto e filmati.

La realizzazione dell’intero progetto dei “Santuna di San Pietro” vedrà il pieno compimento nell'anno giubilare del 2025 e per il quale si attende l’adesione di tanti volontari. La presenza dei Santoni a Modica deriva da una antica tradizione spagnola dove tuttora è viva l’attenzione per i “gigantes”. In Sicilia sono rimasti i giganti per diverse feste popolari ad Aidone, San Cataldo, Caltagirone, Barrafranca, Mistretta ed Aragona. Si tratta di giganti di oltre tre metri che in passato erano realizzati in cartapesta e legno coperte da tuniche e portate da volontari lungo un percorso. I nuovi “santoni” di San Pietro sono realizzati con materiali innovativi da maestranze locali dopo anni di ricerche e di studi che ha seguito l’associazione Kalikantun.


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