Ragusa - “A stronzo”, detto da un amico, suona totalmente diverso che detto da un avversario: è l’intenzione comunicativa con cui si pronuncia, bonaria o aggressiva, che fa la differenza. La volgarità non è nelle parole, ma nel modo e nel tono in cui si esprimono. E’ questa la filosofia che ha guidato l’architetto ragusano Fabrizio Occhipinti Amato, che ha installato una lastra davanti a un ristorante di Marina di Ragusa scolpendovi sopra l’esclamazione “A stronzi”.
Una panca, per sedersi in compagnia, “ricavata da un blocco di pietra pesante, come può essere pesante il valore dell’amicizia” spiega a Ragusanews. Dietro l’opera - apertamente irriverente e goliardica, come solo un vecchio amico può permettersi di esserlo - c’è tutta una simbologia. “Una massa di travertino, quindi il richiamo a Roma. Materiale eterno della città eterna, così come è eterna l’amicizia”.
Quella frase, che diventa un grido per chi passa in strada, è - al contrario di come è stata vissuta da un nostro lettore - un richiamo, “un invito a entrare in un luogo, dove tante persone eterogenee possono ritrovarsi insieme - aggiunge -. Ed è anche una citazione di una scena cult del film Viaggi di nozze di Verdone”. Del resto c’è un noto ristorante anche nel centro di Roma, per restare nella capitale, che si chiama “La parolaccia” e dove la convivialità è espressa spesso e volentieri con un insulto.