Palermo - Thomas Viviano aveva quattro anni ed è morto venerdì sera alle 20,30. Il bambino sbalzato da una minimoto lunedì pomeriggio ha lottato per quattro giorni su un lettino del reparto di Rianimazione dell’ospedale Di Cristina, ma poi il quadro clinico è peggiorato inesorabilmente e ai medici non è rimasto che decretare la morte cerebrale.
Adesso, il padre dovrà affrontare l’inchiesta penale che la procura della Repubblica aveva già aperto, subito dopo la comunicazione dell’incidente da parte della polizia municipale: in questi giorni, Antonino Viviano è rimasto indagato per lesioni colpose. Nelle prossime ore, il titolo di reato cambierà in quello più grave di omicidio colposo.
Lunedì pomeriggio, Thomas Viviano scorrazzava in strada su una potente minimoto, una Dirt Bike 1000W da cross: all’improvviso è finito contro un muretto, a pochi metri dall’abitazione, in via Giovanni Bruno. Al suo fianco c’era il papà, ne sono certi gli investigatori della polizia municipale che hanno ricostruito le fasi dell’incidente attraverso alcune testimonianze. Sin da subito, gli investigatori avevano avuto il sospetto che il bambino non fosse da solo, non è proprio facile accendere una minimoto a benzina con motore a strappo: prima, bisogna girare una chiave e poi tirare un cavo elettrico. Tutto cose che difficilmente un bimbo di quattro anni può fare da solo.
Il primo a soccorrere il piccolo è stato il padre, che lo ha subito trasportato all’ospedale Ingrassia. Qui, vista la gravità delle condizioni, Thomas Viviano è stato subito intubato e trasferito al Di Cristina, per un delicato intervento neurochirurgico, per far fronte alle gravissime lesioni interne e alle fratture facciali riportate.
Il padre aveva sistemato delle rotelle sulla minimoto, per dare più stabilità al mezzo e consentire al figlio di guidarla. Ma quella minimoto non era per nulla adatta a un bambino di quattro anni, che ha subito perso il controllo, nel peggiore dei modi.