Cultura Modica

A Modica il compleanno di Girolama Grimaldi

Un romanzo, un quadro e una data



Modica - Lo scorso 21 aprile  presso i locali della Fondazione Grimaldi  di Modica, ho avuto il piacere di  curare  la  presentazione del  romanzo “La via d’uscita” di Miette Mineo, già docente di lettere e attiva per tanti anni in Amnesty International prima di dedicarsi alla scrittura (ha all’attivo diversi romanzi).   Fortunate circostanze, del tutto casuali, mi  hanno portato alla presentazione di questo romanzo che ha avuto il momento conclusivo lo scorso 27 settembre con l’evento “Girolama Grimaldi in Biblioteca” organizzato per  la donazione della versione  digitale del romanzo al sito della Biblioteca di Modica. Riparto dall’inizio: alla fine del 2022, facendo qualche ricerca su Girolama Grimaldi, anche in previsione della  ricorrenza nel 2023   del tricentenario della pubblicazione della sua raccolta di poesie “La Dama in Parnaso”, mi fu segnalato da amici catanesi  un articolo di Miette Mineo dal titolo “Girolama Lorefice Grimaldi poetessa modicana” pubblicato sul n. 6 del 2014 della  rivista letteraria “Incontri”. (Vedi sito di Miette Mineo). L’autrice dell’articolo  aveva conosciuto Girolama e la vivacità culturale della città della Contea del XVII e XVIII secolo attraverso un saggio  della prof. Giovanna Finocchiaro Chimirri  (risalente al  1983) e ne era rimasta colpita al punto da approfondire  l’argomento e  pubblicare  l’articolo  sopra citato. Appena   letto,  contattai subito e con grande interesse la prof.  Mineo: con sorpresa lei  trovava in me,  e proprio a  Modica,  un interesse verso la figura di Girolama che come lamentava nell’articolo,  non aveva riscontrato prima. Le raccontai che nel 2015 avevo  curato una  Mostra Documentaria sulla Famiglia Grimaldi con sezione dedicata a Girolama, attingendo anch’io allo stesso  lavoro della prof.ssa Chimirri ripreso nella tesi di laurea  di Maria Angela Paladina. Ci siamo sentite più volte…  mi ha messo al corrente  della sua produzione di cui riferisco qui solo gli elementi  inerenti all’incontro che ha tenuto a Modica. Partendo dall’interesse al campo dei diritti umani vissuto in prima persona in Amnesty International, la sua sensibilità l’aveva   portata a rivolgere attenzione “ai matrimoni imposti e alle monacazioni forzate”, fenomeni endemici qualche secolo fa. Da insegnante di lettere, era bene a conoscenza delle monacazioni forzate attraverso gli  illustri esempi letterari (Verga e Manzoni per ricordare  i più famosi), ma intorno al 2017 aveva avuto  modo di approcciarle  “più da vicino”  attraverso la pubblicazione del  saggio “Aut virum, aut murum”  della prof.ssa Silvana Raffaele dell’Università di Catania. In questo testo  la docente, attraverso i  documenti conservati negli  Archivi Diocesani della Sicilia,  aveva  studiato  oltre cinquanta casi di monacazioni forzate cui erano seguite  istanze di annullamento della professione religiosa, spesso con esito positivo. I drammi di queste donne, che iniziavano  in tenerissima età perché la famiglia imponeva loro “la scelta di vita” fin da bambine, avevano  trovato tale risonanza in Miette da indurla inevitabilmente a scriverne. ( “ …non ho potuto farne a meno”)  E’ nato così nel  2018  il romanzo “La via d’uscita”, che  in estrema sintesi riassumo: ambientato nella  Catania del Settecento,  protagonista principale Agnese Trigona che a sedici anni viene  costretta a prendere il velo dal padre per i consueti motivi di ordine patrimoniale; il convento offre comunque all’ “educanda” la possibilità di studiare e di conoscere i classici dove “ trova la sua dimensione” e di raggiungere  la sua maturità  anche attraverso le relazioni significative che l’ambiente le offre  (soprattutto l’amica Adele Chiaramonte che viene da Modica e “porta” il clima culturale della città della Contea); con queste risorse,  nonostante la violenza morale subita,   riesce a sfuggire al destino imposto dalla famiglia attraverso la richiesta  di dichiarazione di  nullità di voto dopo regolare  processo canonico… “la via d’uscita”, appunto.  Al suo racconto io facevo eco dicendole  che a Modica,  sempre nell’ambito delle memorie della Famiglia Grimaldi,  avevo contribuito a divulgare   la vicenda della “smonacazione” delle sorelle Concetta e Francesca Grimaldi che era stata pubblicata nel 1997 dalla storica locale Teresa Spadaccino: la ricostruzione della monacazione forzata  attraverso  “tutte le carte del processo canonico” (richiesta, testimonianze, dichiarazioni, sentenza finale) che portarono alla  dichiarazione di nullità di voto il 16 febbraio del 1793: le due figlie del cavaliere di Gran Croce Michele Grimaldi “trovarono”  la stessa “via d’uscita” che Miette percorreva nel suo romanzo.   (senza  conoscere il caso specifico delle sorelle Grimaldi)

Dalle telefonate con Miette veniva fuori che negli stessi anni e a insaputa l’una dell’altra, lei a Catania e io a Modica,  ci eravamo occupate entrambe di Girolama Grimaldi nel suo ambiente culturale  e  di “monacazioni forzate” con gli “esiti liberatori” delle dichiarazioni di nullità di voto.

Via mail mi ha mandato subito  il romanzo in PDF: ho cominciato a leggerlo senza fermarmi …Di    piacevolissima  lettura,  non bigotto  ma coraggioso e sempre delicatissimo e  discreto su temi anche difficili;  profondissimo nell’analisi dei sentimenti delle protagoniste (parlo al femminile perché sono in prevalenza donne) che appaiono nel romanzo … e mi ha riservato una sorpresa che non avevo ben captato nelle conversazioni telefoniche. Miette intitola un capitolo “L’illustre Contea” e  fa di  Modica  con  Girolama Grimaldi il “ riferimento culturale ideale” del  romanzo.

A tal punto mi è necessario riportarne qualche stralcio che trae  ispirazione dalla ricostruzione storica  del salotto letterario di casa Grimaldi e delle “Accademie in Sicilia” fatto dalla Chimirri e da altri studiosi e letterati. Quando Adele (l’amica di Modica della protagonista Agnese, che vive con lei nel Convento) per le vacanze di Natale torna nella sua Modica e si reca  a “Casa Moncada” per una festa di compleanno: “Ma Adele si rese subito conto che i festeggiamenti tradizionali passavano in secondo piano perché agli invitati importava assai più di intrecciare un fitto dialogo, fatto di scambio di opinioni da parte di personaggi assai illustri, i più quotati della cittadina. La conversazione verteva sulla poesia e sulle Accademie. Il compleanno della giovane era solo un pretesto  per dare sfogo alle capacità poetiche di alcuni dei partecipanti.  …. L’argomento principale era l’amore, declinato nelle varie possibilità ed estrinsecazioni; un amore remoto,  mitologico in cui si muovevano ninfe e pastorelli, tra musica e danze rituali.”

E di fronte allo stupore di Adele, le fornisce spiegazione la cugina Amalia che vive a Modica:   “Il mondo sta cambiando, cara Adele. L’arte del poetare si sta affermando sempre di più soprattutto nella nostra città. E ti spiegherò anche il perché. Sono da poco sorte nell’isola delle Scuole poetiche, chiamate Accademie in cui si esercita l’arte della poesia, rifacendosi al mondo classico, bucolico, nei modi propri del Petrarca. Quella a cui mi riferisco in particolare, perché ne fanno parte illustri modicani, si chiama degli Ereini ed ha sede a Palermo. Possono farne parte anche le donne, purché non leggano i loro versi in pubblico. All’atto dell’adesione devono mutare il loro nome assumendone un altro, di fantasia,  attinto da quel mondo che intendono cantare. La più famosa che ricopre un posto privilegiato in questo consesso è la figlia del Principe Enrico Grimaldi, Girolama, che ha scritto un’opera in versi dal contenuto che molte di noi tentano di imitare senza, naturalmente, avvicinarci all’originale. Si chiama “La dama in Parnaso”, di cui ho una copia e di cui voglio leggerti dei versi”. E davanti agli occhi incuriositi di Adele che pendeva dalle sue labbra, senza peraltro afferrarne pienamente il significato, Amalia cominciò a leggere i versi della poetessa di cui aveva parlato prima, soffermandosi su quelli che l’avevano colpita di più:  “Serici abbagli di lavoro industre, /Studiati sudor d’ago erudito/ Ite lungi da me, né voglia ardito / L’oro col suo splendor rendermi illustre”. (…)  “Mi piace star sotto il nero ascosa, /Che ‘bruno è quel che la beltà non toglie”.   Vedi, Adele, qui Girolama vuole dire che non le piacciono i lussi, i belletti, le mode che impreziosiscono le donne, mapreferisce stare in disparte a leggere, a poetare,ad alimentare la sua mente con la cultura, con tutto quello che è stato finora solo appannaggio degli uomini.”

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A distanza di circa  tre secoli dalla pubblicazione de “La Dama in Parnaso”, nel romanzo   Miette riconosce ed esalta  in Girolama un modo di essere e di vivere  per le donne, quasi impensabile ad inizio Settecento: ma eravamo nella capitale della Contea! La conoscenza di se, la consapevolezza di sentimenti e di inclinazioni che Agnese matura  attraverso le sue letture ed i suoi studi che  rappresentano l’elemento fondamentale della sua forza, (che le permetteranno di trovare la via d’uscita dal Convento) trovano in Girolama  un modello cui aggrapparsi. Inoltre l’omaggio di Miette a Modica include anche   la descrizione e l’ammirazione delle campagne modicane,  come quando in occasione del fidanzamento di Adele con Filippo, nel  lunedì di Pasqua il racconto si trasferisce  nel paesaggio rurale  “con i muri a secco, i carrubeti e gli oliveti, le cave, le masserie e i casolari, un vero e proprio paradiso naturalistico”.

Dopo la lettura del romanzo, mi è stato evidente che per Modica assumeva un  significato particolare: Girolama nella sua vera dimensione storica protagonista ideale, l’ambiente culturale della  Contea,  la descrizione delle campagne…  Pensare alla presentazione del suo romanzo a Modica, e proprio alla Fondazione Grimaldi  era nella logica delle cose.  Così il 21 aprile, con un comunicato che recitava soltanto “ricordando donne di Casa Grimaldi” insieme alla prof.ssa Fernanda Grana, (che aveva conosciuto personalmente la prof. Chimirri ed  anche lei era stata protagonista di diverse iniziative su Girolama Grimaldi) ho presentato il romanzo di Miette: iniziativa fatta “quasi in sordina” perché erano ormai rimaste poche copie del libro (subito esaurite)  ma con la riserva di poter  tornare sull’argomento successivamente. E ricordo che la presentazione fatta nella Sala Conferenze della Fondazione  regalò ai presenti la suggestione  di ritrovarsi nel Salotto di Girolama  quando ho illustrato i personaggi dei quadri ivi esposti:  Agostino, l’eroe di Candia  e l’ Abbate Giuseppe Grimaldi e Rosso, zii della poetessa in quanto  fratelli del principe Enrico e quelli di Francesco e Grimaldo Grimaldi e Scalambro,  due dei tre   fratelli di Girolama!

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Miette ha percepito l’accoglienza  del romanzo ed ha ben presto maturato l’idea di fare dono alla Biblioteca della  città di Girolama della versione digitale del romanzo, in modo che tutti i modicani potessero  leggerlo sul sito bibliotecamodica.it. 
Per la donazione  è stata organizzata a fine Settembre  la  manifestazione  “Girolama Grimaldi in Biblioteca”,  con il gradito ritorno  della scrittrice  accolta calorosamente dal Sindaco Maria Monisteri. L’occasione ha dato modo di   sottolineare la coincidenza temporale, in questo anno 2023, del   Tricentenario della pubblicazione de “La Dama in Parnaso” con l’elezione  del Primo Sindaco Donna della città; è stato ricordato che nella Biblioteca   si conservano due copie originali dell’opera di Girolama  che sono state illustrate ai presenti  dalla direttrice Lucia Buscema; alla “prima cittadina”  ho rivolto la proposta di coinvolgere le varie associazioni culturali della città in un itinerario di  riscoperta di Girolama, nella consapevolezza che  rappresenta l’eredità che Modica deve riscoprire. L’evento ha  registrato  il gradito coinvolgimento della pittrice catanese Anna Silvana Vullo, che aveva conosciuto Girolama Grimaldi attraverso la Dirigente Scolastica Fernanda Grana; la pittrice, molto impegnata in associazioni a favore delle donne, ha voluto fare omaggio di un quadro di Girolama alla Biblioteca: finora a Modica non avevamo dipinti  ispirati alla figura di Girolama! Hanno partecipato alla mattinata  il dr. Umberto Poidomani e la d.ssa Marilena Agosta quali rappresentanti della DMBARONE Edizioni che nel ricordo di Girolama,  anche per ragioni familiari,  hanno  curato all’inizio del 2023 una preziosa ristampa de “La dama in Parnaso” e ne hanno fatto omaggio alla scrittrice ed alla pittrice.   Per la manifestazione ho scelto la data del 27 settembre perché è quella riportata da tutti gli studiosi come il giorno di nascita di Girolama: per  ricordare anche  il suo compleanno!  Per l’occasione  ho voluto controllare  il certificato di Battesimo di Girolama  tratto dall’Archivio Parrocchiale di San Giorgio: a questo punto  ho scelto di proiettarne la foto  per farlo vedere, ma  non mi sono assunta responsabilità di lettura o di interpretazione del documento perché non lo so fare e lo lascio fare agli esperti. Sono riuscita appena a leggere tutti i  nomi che le diedero in quel giorno di 342 anni fa: Girolama, Felicia, Anna Maria, Agata, Lucrezia, Rosalia: come si vede la poetessa ebbe i nomi delle due sante siciliane più conosciute.  Così nella giornata che ha visto l’ingresso di Girolama nella Biblioteca della sua città in un romanzo digitale,  Le abbiamo restituito tutti i suoi nomi di Battesimo e si darà l’esatta lettura della data. Che  mi  fa riflettere sul destino di Girolama segnato in maniera singolare dal terremoto del 1693: le muore la madre e undici mesi dopo l’evento catastrofico l’8 dicembre 1693 sposa il governatore Blasco Castilletti: aveva  dodici anni da poco compiuti.  


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