Taormina – Il 15 settembre del 1984 Eduardo De Filippo si concesse un’uscita pubblica, una rarità per lui che riteneva la mondanità del tempo prezioso sottratto al lavoro. E pronunciò un discorso memorabile, un’autobiografia che era anche un testamento. Fu l’ultima sua uscita pubblica. Accadde al Teatro greco di Taormina.
«Voi sapete che io ho la nomina (non di senatore, per carità) di essere un orso. Ho un carattere spinoso, che sfuggo… sono sfuggente. Non è vero. Se io non fossi stato sfuggente, se non fossi stato un orso, se non fossi stato uno che si mette da parte, non avrei potuto scrivere cinquantacinque commedie. Sono cresciuti i figli ed io non me ne sono accorto. Meno male che mio figlio è cresciuto bene. Lui si è presentato da sé, è venuto dalla gavetta, dal niente, sotto il gelo delle mie abitudini teatrali. Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare, è stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il Teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere, tutte le prime rappresentazioni e l’ho pagato! Anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato.” Un mese e mezzo dopo, il 31 ottobre 1984, il cuore di Eduardo si è fermato. Ma continua a battere.
Dedicato a tutti quelli che hanno conosciuto la rinuncia