Cultura Modica

Il trecentenario di Girolama Grimaldi

Il Quarantesimo della ristampa della Chimirri. Gli Archivi di Modica



 Modica - La questione femminile ha storia lunga ed a Modica trova una voce poetica “ante litteram” rispetto al fenomeno femminismo:  si presenta con accenti pacati e gentili, ma non meno decisi, in un’opera di cui ricorre in  questo anno 2023  il terzo centenario della pubblicazione. Si tratta del  volume di poesie “La dama in Parnaso” di Girolama Lorefice Grimaldi, che fu stampato a Palermo da Vincenzo Toscano nel 1723.    Non si ricorda  semplicemente la data di composizione o il  ritrovamento di alcune poesie di una donna del Settecento, ma addirittura la loro                         “pubblicazione”:  atto di presenza nella società.Quel volume  non è caduto  nell’oblio, ma duecentosessanta anni dopo, nel 1983, (quaranta anni fa)  ha meritato  la ristampa anastatica per la collana  “Il Settecento in Sicilia” da parte di Giovanna Chimirri sposata Finocchiaro, docente all’Università di Catania. La ristampa delle poesie (consultabile in fotocopia, in biblioteca a Modica), è preceduta da un saggio  sulla vita e l’opera di Girolama  di circa cento pagine e ricco di note, che fu anche pubblicato separatamente ed   oggetto  di un corso  monografico all’Università tenuto dalla stessa  Chimirri.  Questa  professoressa aveva “incontrato” Girolama in Letteratura, ne aveva approfondito le fonti letterarie a disposizione (le principali Domenico Scinà, Giulio Natali, Gian Maria Mira) ed incuriosita, affascinata ed  attratta aveva deciso di studiarne l’opera pagina per pagina. Uno studio da cui emerge   la solidissima formazione personale e culturale di Girolama  ed  al quale rinvio totalmente, (insieme alla lettura dei componimenti che non sempre è agevole per i caratteri usati), che colloca la figlia del principe Enrico   in un posto di riguardo nel panorama letterario del Settecento e   costituisce un regalo straordinario per Modica  per  gli  squarci di luce che proietta per la conoscenza della città nel Settecento. In queste poche righe voglio solo sottolineare  la ricorrenza delle due date del  trecentenario dell’opera di Girolama e del quarantesimo della Chimirri  non tralasciando che in  diversi altri studi, specie sulle Accademie Letterarie in Sicilia alle quali la nostra appartenne, nell’opera di Tommaso  Campailla o in altre sul Campailla troviamo riferimenti a Girolama come anche in diversi storici locali. Con l’aggiunta di qualche nota  che ha segnato  il mio percorso di conoscenza di Girolama.  Restando alla ricorrenza  dell’8 marzo,  la Chimirri ripropone ed approfondisce il tema della questione femminile come fu vissuto dalla stessa  Girolama (come  traspare dai suoi versi) ed alla luce di moderne competenze psicologiche: un approccio che merita attenzione. Altro elemento: nelle  diverse fonti letterarie, che riportano i dati biografici di Girolama  la Chimirri non riuscì a trovare la data di morte di Girolama, quasi segno di conquistata immortalità nel Parnaso letterario; la docente  non si rassegnò alla mancanza di questo dato, venne a Modica e nell’Archivio Parrocchiale di San Giorgio, non senza emozione,  trovò “l’ultimo giorno” di Girolama  ed inserì nella sua opera anche  la foto di quelle poche righe del registro che consegnano alla storia  la morte di  Girolama  il 22 febbraio del 1762. Ancora: troviamo una  lunga dissertazione sul diverso modo in cui leggiamo il nome di Girolama nelle fonti letterarie, che magari riflettevano il suo diverso modo di  firmarsi: Girolama Grimaldi e Scalambro, Girolama Grimaldi, Girolama Lorefice, Girolama Lorefice o Laurifice e Grimaldi o viceversa … Nella sua pubblicazione, a 41 anni e quindi nel pieno della maturità Girolama si firma anteponendo al suo il cognome del secondo  e molto amato marito, Giacinto: Donna Girolama Laurifice, e Grimaldi. E mi ha colpito che nella sua ristampa, la ben conosciuta prof.ssa Chimirri dell’Università di Catania si firma anteponendo anche lei il cognome del marito: Giovanna Finocchiaro Chimirri.

La figura di Girolama è stata oggetto di studio in  diverse tesi di laurea; una di queste, discussa ad Urbino nell’anno duemila dalla  dott.ssa Maria Angela Paladina riporta la foto della  firma autografa  di Girolama tratta da un documento notarile del 1708, conservato   nell’Archivio di Stato di Modica, dove si trova depositato l'Archivio Privato Grimaldi: “Donna Girolama Grimaldi confermo”.

Ho sopra  accennato al corso monografico su Girolama all’Università di Catania tenuto dalla Chimirri:  vi partecipò una studentessa modicana, ora Dirigente Scolastico, la prof.ssa Fernanda Grana. Era sostenuta anche da una forte  motivazione personale:  per lei,  Girolama era  persona  di famiglia perché  a casa sua si ricordava che il bisnonno, Raffaele Grana Scolari  aveva dedicato alla Nostra  venticinque  pagine nei suoi “Cenni Storici della Contea di Modica” ( che riportavano, tratte dall’opera di Girolama, le poesie che avevano scritto vari letterati in suo omaggio e le relative risposte da parte di lei) ed addirittura due stanze (la 188 e la 189) nel poemetto “I miei sogni”, opera nella quale percorrendo in sogno le strade di Modica sostava  davanti al Palazzo della poetessa che era stata anche l’abitazione dello zio Agostino Grimaldi  (l’eroe di Candia). E’ il caso di riportarne i versi: S. 188 “Quello contiguo, grande, maestoso, / Ne era l’altro dei Baron Grimaldi, /Che Nascer vide il prode, dignitoso, /Saggio Agostin che i Turchi Ribaldi /In Candia combatté da valoroso, /Ove morì, volgendo al Ciel gli sguardi, /Alla triste novella sciolse in pianto, /La patria e la famiglia dal suo canto.   S.189 “E fu soggiorno della poetessa/Che diede tanto lustro al suo Paese,/ Di quella saggia e rara baronessa/ Che nel Parnasso celebre si rese;/ Le gran virtù riconcentrate in essa,/Il suo maestro a tutti fe’ palese/ E lei, di lui parlò, di quell’ingegno/ di Mozia vanto e onor di tutto il Regno”.    

Mi auguro che  le brevi  note sopra riportate possano contribuire  alla celebrazione del Trecentenario di Girolama in questo 2023 a Modica: si ha già notizia che diversi soggetti privati ed istituzionali stanno preparando eventi celebrativi di rilevante portata. Sicuramente ne seguiranno altri nel corso dell’anno e mi auguro che trovino un momento apicale (magari con un Convegno)  dopo l’insediamento della prossima amministrazione della città, qualunque essa sia, perché “Girolama è per Modica". E penso che questo 2023 segni il  momento in cui “Modica può dare di più” a Girolama.  Cosa voglio dire: le ricerche letterarie ci consegnano  ottimi lavori su Girolama che possono costituire piste di approfondimento affidate alle capacità di lettura degli studiosi, di esperti ed appassionati di storia della città  che sapranno trarre connessioni  ed implicazioni con altri fattori a loro noti.  Se poi affermo che ora “Modica può  dare di più” a Girolama è perché “Modica ha di più”. Voglio semplicemente  dire che Modica ha gli Archivi: la  sede di Modica dell’Archivio di Stato e gli Archivi Parrocchiali. In questi Archivi vive ancora, finora nascosta, Girolama. Da questi Archivi potremmo trarre una conoscenza integrativa di Girolama, che  proietterà luce nuova (e forse ad oggi  impensabile)  anche sulla sua opera:  potremmo trovare  notizie su altri  componenti  della famiglia, ( Grimaldi, Castilletti, Lorefice),  sui palazzi abitati da Girolama … e poi lettere, inventari di mobili e gioielli, documenti di liti e controversie, note di spesa, ordini e ricevute di cioccolata …    Il momento è anche favorevole perché oggi Modica gode di diverse presenze  culturali tra le quali qui voglio ricordare solo la “Via delle Collegiate” perché ad essa compete primariamente la migliore custodia e  fruizione degli Archivi Parrocchiali e  con la Diocesi di Noto stanno muovendo passi significativi in tal senso. Inoltre  la riscoperta di Girolama potrà rappresentare  la motivazione in più per sostenere  una definitiva riapertura della sede dell’Archivio di Stato di Modica. Ed aspettando la nuova Amministrazione, nel Trecentenario della pubblicazione dell’opera di Girolama si può già avanzare la proposta di intitolazione alla Nostra di una Strada, di una Piazza, di una Sala  o del Giardino  del Castello … 


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