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Covid, il colpo di grazia all’economia siciliana: mai stata così malata

Nel 2020 persi 15mila posti di lavoro, aumentano i nuovi poveri che sopravvivono solo grazie ai sussidi

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 Ragusa - «Una contrazione dell’economia di dimensioni mai rilevate dal dopoguerra a oggi» sentenzia impietosa la relazione di Bankitalia sulla situazione economica della Sicilia nel 2020: le misure anti Covid hanno stroncato la già fragile Isola e lo provano l’aumento del ricorso alle moratorie e del credito a imprese e famiglie. L’aumento di prestiti e depositi bancari è spia del «bisogno di liquidità dovuto al calo dei flussi di cassa, dall’altro per costituire riserve precauzionali per fronteggiare l’incertezza sulle prospettive economiche».

Il Pil regionale è calato dell’8,4% eppure in una parte dell’anno, nel periodo giugno-settembre, la regione ha beneficiato delle momentanee riaperture: «il forte calo del prodotto registrato nel secondo trimestre si è successivamente attenuato; tuttavia nell’ultimo trimestre dell’anno, in concomitanza con le nuove misure restrittive, la contrazione è tornata ad accentuarsi». Significa che la Sicilia ormai galleggia solo 4 mesi l’anno, grazie al turismo. Il problema è consentire di riaprire alle strutture alberghiere e ricettive che hanno dovuto chiudere causa Covid. Per quanto riguarda le imprese, infatti, il calo dei fatturati del 2020 ha determinato un peggioramento delle condizioni economiche e finanziarie delle aziende: la redditività si è nettamente ridotta e l’indebitamento è tornato a crescere.

Per quanto riguarda i lavoratori, sono quasi 15mila i posti persi nel 2020 tra autonomi e dipendenti a termine e a farne le spese sono stati in particolar modo giovani e donne. “Il numero di ore lavorate ha registrato un eccezionale calo (-10%)” si legge nel report Bankitalia. Tuttavia nella media del 2020 il tasso di occupazione per gli individui tra i 15 e i 64 anni è rimasto sostanzialmente stabile al 41%, ben al di sotto del dato Italia (58%): questo perché il calo degli occupati è stato controbilanciato dalla riduzione della popolazione residente in età lavorativa, cioè dall’aumento dei pensionati.

Da questo scenario ne deriva che alla fine del 2020, circa una famiglia su 7 nell’Isola percepiva un supporto economico. «Le stime segnalano un significativo aumento della povertà assoluta rispetto all'anno precedente – scrive Bankitalia –. Nel 2020 è cresciuto il ricorso a reddito e pensione di cittadinanza». I 225mila nuclei beneficiari (+24% sul 2019) "rappresentano l'11,2% di quelle residenti in regione: una quota superiore sia a quella del Mezzogiorno sia alla media nazionale (rispettivamente a 9,2 e 4,8)".


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