Ragusa - Sempre più difficile trovare un posto al sole gratuito in Sicilia: secondo il rapporto "Spiagge 2021" di Legambiente negli ultimi tre anni i litorali in concessione sull’Isola sono aumentati del 41,5%. Una situazione senza paragoni in Europa, che viola il diritto dei cittadini a usufruire dei patrimoni pubblici. In Italia non esiste una legge che stabilisca una percentuale massima di arenili alienabili ai privati.
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"In Sicilia sono in tutto 425 i chilometri di costa sabbiosa - riporta l'associazione ambientalista - e il 22,4% è occupata da stabilimenti, campeggi, circoli sportivi e complessi turistici. Sono 5.365 in totale le concessioni rilasciate dal demanio marittimo, 620 quelle per gli impianti balneari". Anche con la formula delle "autorizzazioni brevi" della durata 90 giorni, che saltano il parere preventivo del Comune imposto dalla procedura ordinaria.
Ci sono poi decine di chilometri che teoricamente sarebbero interdetti alla balneazione, per ragioni di inquinamento - come nel golfo di Gela - o dissesto idrogeologico: l’area della Scala dei Turchi, il tratto tirrenico fino ai Nebrodi e quello ionico fino a Giardini Naxos. Un’erosione che non risparmia neanche i confini marittimi meridionali come abbiamo, già lo scorso aprile, in una nostra inchiesta sull’Isola che si restringe. Alle spiagge libere ci stiamo pensando da soli, a restringerle, anche grazie al condono edilizio in approvazione all’Assemblea regionale.