Giudiziaria Palermo

Doppia autopsia su Caterina Todaro e la piccola Desirè che aveva in grembo

Il defibrillatore arriva a più' di un’ora dalla telefonata al 118, il marito: “Mia moglie stava bene”

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 Palermo - Sarà conferito venerdì l’incarico per eseguire la doppia autopsia sul corpo di Caterina Todaro (foto) e la figlia Desirè che portava in grembo, morte lo scorso 5 maggio a Palermo. Il marito Lorenzo Meschisi vuole andare a fondo visto che la moglie appena 38enne stava bene e la gravidanza era stata assolutamente regolare: "Non soffriva di alcuna patologia - racconta -, l’unico problema di cui si lamentava ultimamente era un po’ di sciatica: effettuava esami e analisi ogni mese, risultati sempre tutti a posto, con parametri nella norma: le era stata prescritta solo la cardio-aspirina”.

Il giorno del dramma Meschisi è rincasato come ogni giorno dal lavoro per il pranzo, poco dopo le 13, trovandola esanime in corridoio, vicino alla porta del bagno. “Non respirava ed era già fredda – dice -. Alle 13.10 ho chiamato il 118 facendo presente che mia moglie incinta in otto mesi era priva di sensi e non dava segni di vita”: L’ambulanza è arrivata dopo una ventina di minuti “ma solo con due barellieri, il medico non c’era”. Nel frattempo erano arrivati anche i carabinieri e dopo un’altra decina di minuti è sopraggiunta una seconda ambulanza, stavolta col dottore, che ha tentato un massaggio cardiaco essendo sprovvisto di defibrillatore.

“Solo alle 14.20 - prosegue l’uomo - è giunta una terza ambulanza con la strumentazione e mia moglie è stata portata all’ospedale Buccheri La Ferla, per essere sottoposta al cesareo” che purtroppo s’è rivelato tardivo. “C’è arrivata poco prima delle 15, quasi due ore dopo che l’avevo trovata a terra. Non conosco i protocolli medici – aggiunge -, ma mi chiedo perché non si sia deciso di effettuare prima questo tentativo e portarla subito in sala parto. Non so tuttora se la bimba sia nata viva o morta”. Adesso sono rimasti lui, il figlio Francesco di 12 anni, e l’avvocato.


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