A volte l'interprete supera l'autore della canzone.
E' così per Sally, scritta da Vasco Rossi, e incarnata da Fiorella Mannoia in maniera magistrale, è accaduto per La canzone di Marinella, scritta da Fabrizio De Andrè e resa nota da Mina Mazzini.
Lo stesso è in qualche misura accaduto per Stranizza d'amuri, canzone scritta e cantata da Franco Battiato e reinterpreta dalla catanese Rita Botto con intensità che forse supera quella del maestro.
Complice forse la dimensione di femminilità.
Rita Botto si racconta a Ragusanews: "Diciamo che ho sempre avuto la fortuna di essere circondata da musicisti che con la loro sensibilità hanno saputo vedere meglio di me, cosa musicalmente potevo portare addosso, parlo così perché penso che una canzone si comporti come un abito da indossare: devi starci comodo dentro, allo stesso tempo deve esaltare le tue qualità.
Così nel 1992 ,quando ancora vivevo a Bologna , confezionammo insieme a due musicisti ed un’attrice, uno spettacolo che alternava la recitazione di poesie di Buttitta, a canzoni siciliane.Tra queste appunto “Stranizza d’amuri” che mi venne consigliata da uno di loro, U pisci spada, amuri amuri, la mal maritata e tante altre….Tutte canzoni che in gran parte mi sono poi trascinata come bagaglio e che dopo anni ho registrato ed inserito nel disco Stranizza D’amuri uscito nel 2004.
Questo era il primo disco con un produttore vero e proprio,Roy Tarrant, produttore che si è confermato per tutti gli altri dischi a venire: Donna Rita-Ethnea, Ninnaò, e Terra can un senti, registrato con la Banda di Avola.
C’era la voglia e tutta l’emozione di un sogno che stava vermente per avverarsi…..il primo giorno, ed il primo brano che abbiamo registrato è stato proprio Stranizza, suonato direttamente in sala con Teo Ciavarella al pianoforte, Felice del Gaudio al contrabbasso,e Ruggero Rotolo alla batteria, tutto in un fiato .Buona la prima!
Il brano è permeato di una magia che credo sia irripetibile,soltanto in un secondo momento sono stati aggiunti il sax di Antonio Marangolo, la fisarmonica di Massimo Tagliata e le sovra incisioni del contrabbasso di Felice che creano all’inizio del brano una bellissima sensazione.
Era anche la prima volta che mi davo alla composizione di brani inediti, ma questo fu soltanto perchè il produttore me lo impose in un certo qual senso,e devo dire che l’esperienza fu entusiasmante e con buoni frutti inaspettati.
Sirena, Lu matrioniu, La mavaria, furono i primi esperimenti,anche lo scioglilingua, per come è stato articolato è farina del mio sacco.
I musicisti erano tutti di estrazione jazzistica, con i quali collaboravo da anni, dunque questo spiega come a tratti venga fuori l’anima jazz.
Volevo un disco che riunisse la vecchia tradizione a compositori più contemporanei, il tutto con un sapore moderno.
Con questo disco sono stata amata ed accolta nel cuore di tutti!"