Benessere Culture alimentari a confronto

La dieta giapponese può competere con quella mediterranea

E' povera di grassi e zuccheri. Si basa su cibi ricchi di antiossidanti

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La dieta giapponese è ideale per recuperare la forma e quindi perdere qualche chilo di troppo. Si tratta di una dieta che privilegia quali fonti nutrizionali alimenti semplici non trasformati. Si ispira ovviamente come si evince dal nome a quella che viene seguita da secoli nel paese nipponico. Tra i punti focali di questo tipo di regime dietetico abbiamo il consumo di pesce e riso mentre è povera di grassi e zuccheri. Inoltre si basa su cibi ricchi di antiossidanti.

La popolazione giapponese d'altronde è tra le più longeve al mondo e indubbiamente la dieta vi gioca un ruolo non indifferente. In particolare per quanto riguarda gli ingredienti prevede un apporto per l'80% costituito da vegetali quali verdura, frutta, alghe e funghi, anche se questi ultimi non possono definirsi vegetali in senso stretto, il 20% restante è costituito invece da riso, pasta di soia e pesce. La dieta giapponese prevede un consumo moderato di alcuni tipi di frutta ad esempio mango, banane, mandorle, noci, da limitare anche il consumo di alimenti a base di carboidrati, quali pasta, pane, patate e di carne rossa. I giapponesi per insaporire i loro cibi sono soliti ricorrere non a spezie spiccanti come è frequente alle nostre latitudini, bensì al miso che deriva dagli estratti vegetali della soia, che può utilizzarsi nel brodo alla maniera del dado.

Per quanto riguarda le bevande è molto diffuso il consumo di tè, in particolare se ne distinguono più varietà. Le più eccellenti sono il Gyokuro il Bancha e il Sancha. Nel complesso tirando le somme, la dieta giapponese può definirsi una dieta ipocalorica utile per chi vuole dimagrire in salute. Oltre a ciò contiene anche antiossidanti, omega 3 e fitoestrogeni.
Nel corso dell'incontro “Dieta giapponese e prevenzione oncologica” organizzato a Roma è stato messo in evidenza che la dieta giapponese può rappresentare una valida alternativa alla dieta mediterranea. Alcune ricerche inoltre hanno dimostrato che questa dieta può rivelarsi utile per prevenire l'incidenza del tumore alla prostata. In particolare sia la dieta nipponica che la dieta mediterranea presentano degli specifici tassi di riduzione per determinate malattie: la dieta mediterranea riduce l'ictus del 25%, quella giapponese del 22%, per i tumori la riduzione è del 35% per la mediterranea e del 27% per la giapponese, per il Morbo di Parkinson è del 46% per la mediterranea e del 50% per quella del Sol Levante.

Venendo alla prevenzione del tumore alla prostata, secondo uno studio condotto dai ricercatori del Children's Hospital Medical Center di Cincinnati pubblicato sulla rivista scientifica Biology and Reproduction, questo tipo di dieta riuscirebbe a prevenire il tumore alla prostata grazie a una molecola chiamata Equol, che si produce nell'intestino quando viene digerita la soia.
Questa molecola sarebbe in grado di inibire l'effetto del Dht, un ormone maschile che sembra avere un ruolo sia per l'insorgere dell'ipertrofia prostatica che per il tumore. Questi effetti preventivi risultano avvalorati anche dai dati presentati nel corso dell'incontro: basti pensare che il tumore alla prostata ha una incidenza del 40% negli Stati Uniti, mentre in Giappone non supera il 10%.


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