Roma - "Nelle pubbliche amministrazioni" viene "incentivato il lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della Pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale" contenuta all'articolo 263 del decreto 34 del 19 maggio scorso. Riferimento al dl Rilancio, che in quel punto disponeva che gli uffici pubblici organizzassero "il lavoro dei propri dipendenti e l'erogazione dei servizi attraverso la flessibilità dell'orario di lavoro, rivedendone l'articolazione giornaliera e settimanale (...) applicando il lavoro agile al 50 per cento del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità".
Il lavoro agile per i dipendenti della Pubblica amministrazione viene indicato in "almeno" il 50 per cento di coloro che possono svolgere la loro attività a distanza. Per le altre attività professionali, una forte raccomandazione. E' questo il punto di caduta contenuto nel Dpcm con le nuove misure di contrasto al Covid firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza. La novità, dunque, è rappresentata dall'"almeno" che potenzialmente amplia l'applicazione del lavoro agile.
In pratica possono essere messi in smart working i lavoratori delle funzioni centrali come quelli dei ministeri (circa 234.000) e una parte di quelli degli enti locali (circa 512.000 nel complesso) oltre a una parte residuale degli altri comparti.
Tornando al Dpcm, nel testo si legge che alle attività professionali si raccomanda che "siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza"; "siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva"; "siano assunti protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale"; siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine gli ammortizzatori sociali".