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Torna RadicePura Garden Festival, il giardino delle piante, a Giarre

Dal 6 maggio al 3 dicembre 2023

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/21-03-2023/torna-radicepura-garden-festival-il-giardino-delle-piante-a-giarre-500.jpg Torna RadicePura Garden Festival, il giardino delle piante, a Giarre


Palermo -  È stata presentata oggi all’Orto Botanico dell'Università degli Studi di Palermo la quarta edizione del Radicepura Garden Festival, con i saluti di Paolo Inglese (Direttore del SIMuA Università degli Studi di Palermo), alla presenza di Elvira Amata (Assessore del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Regione Siciliana), Edmondo Tamajo (Assessore delle Attività Produttive, Regione Siciliana), Gaetano Galvagno (Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana), Rosario Schicchi (Direttore dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Palermo), Mario Faro (Direttore Generale del Radicepura Garden Festival) e Antonio Perazzi (Direttore Artistico del Radicepura Garden Festival).

Il 6 maggio 2023 inaugurerà a Giarre (CT) la quarta edizione della biennale promossa dalla Fondazione Radicepura. Il festival rappresenta il primo evento internazionale dedicato al paesaggio del Mediterraneo, e coinvolge grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura, giovani designer, studiosi, istituzioni, imprese. Fino al 3 dicembre, nel parco botanico Radicepura sarà possibile visitare 15 giardini e 4 installazioni, realizzati con le piante messe a disposizione da Piante Faro. Il vivaio – che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà – rappresenta una delle realtà più innovative e dinamiche del territorio grazie all’attività portata avanti da oltre 50 anni da Venerando Faro, insieme ai figli Mario e Michele. 

Tema di questa edizione, proposto dal direttore artistico Antonio Perazzi, è IL GIARDINO DELLE PIANTE: i progetti in mostra esaltano infatti l’elemento botanico, al fine di dimostrare i benefici di un giardino di qualità, moderno, funzionale, poetico e armonioso. Si intende così promuovere un diverso stile di giardino in grado di affermare una consapevole appartenenza al mondo naturale, giardini in cui si metta in atto quotidianamente un rapporto sincero con le piante e con l’ambiente. A stimolare la riflessione intorno a questo tema, con il proprio contributo, Paolo Pejrone, che per il festival ha realizzato il giardino Vento e Acqua, tentativi di resilienza. L’architetto paesaggista è da sempre promotore e fautore di un giardino “disordinato” capace di crescere forte, in modo autonomo e spontaneo, luogo di rispetto e cura, nonché ospitale.

"Siamo felici di ospitare qui all’Orto Botanico la conferenza stampa per la quarta edizione del Radicepura Garden Festival, a testimonianza dell’importante rapporto di collaborazione con la manifestazione e i Vivai Faro. Diverse sono state le cose fatte insieme per l’incremento della biodiversità dell’Orto, tra cui la moltiplicazione della collezione di agrumi della Kolymbethra e la messa a dimora di un pregevole esemplare di Livistona saribus”, ha commentato Rosario Schicchi, Direttore dell’Orto Botanico dell’Università degli Studi di Palermo. "La giornata di oggi sottolinea, ancora una volta, il rapporto di profonda amicizia e di collaborazione con il Sistema Museale dell'Università di Palermo. Ricordo che la prima convenzione stipulata pochi mesi dopo la nascita del SiMuA fu proprio con Radicepura e Vivai Faro e non poteva essere altrimenti, e fin da allora è stato un continuo incontro che ci ha profondamente arricchito,” ha concluso Paolo Inglese, Direttore del SIMuA Università degli Studi di Palermo.

La quarta edizione della Biennale inaugurerà con il giardino Vento e Acqua, tentativi di resilienza di Paolo Pejrone. Questo progetto fatto a stanza, con forti radici pratiche ed estetiche nella tradizione, ma con ideali che guardano al futuro, è soprattutto figlio del tempo in cui viviamo: è un tentativo onesto e realistico di resistenza. Il progetto intende mostrare in modo molto concreto e quasi didascalico il funzionamento di un meccanismo. Il vento raccolto dalla grande pompa eolica muove il flusso delle acque, che di vasca in vasca, vengono filtrate dalle radici degli iris e dei giunchi, per tornare a alimentare il ciclo. Prevale un’architettura essenziale, ombreggiata dalle chiome dei platani e circondata dalle fronde di aralie, canne variegate e felci, arboree e non. Una vegetazione volutamente non filologica, ma verosimile, fatta quasi esclusivamente di foglie. È una Sicilia ormai rara quella che si evoca, sempre riarsa ma col beneficio dell’oasi: la sorgente del fiume Ciane, nei pressi di Siracusa, o la stessa fonte Arethusa a Ogigia  già bastano a ispirare.


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