Attualità La campagna dimenticata

Covid, a Ragusa 5.400 dosi Novavax, ma il virus è oscurato dalla guerra

Quarta dose al via da martedì 1 marzo, su base volontaria, per tutti gli over 18 fragili

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 Ragusa – Le prime 84mila fiale del vaccino Novavax sono arrivate in Sicilia per essere distribuite oggi in tutte e 9 le provincie dell'Isola: alla provincia di Ragusa ne arriveranno per ora solo 5.400, in attesa della prossima fornitura che giungerà comunque a breve. L’Asp distribuirà le dosi tra i diversi punti vaccinali ancora attivi e saranno somministrabili già da domani, martedì primo marzo. La quarta dose è prenotabile online, via sms e telefonicamente esattamente tramite gli stessi canali e modalità adoperate per le precedenti iniezioni ed è riservata e consigliata a tutti i pazienti fragili maggiorenni che abbiano già ricevuto la terza da almeno 120 giorni. La quarta dose è indipendente dal nuovo siero: sarà cioè regolarmente somministrata anche con Pfizer e Moderna, così come sarà possibile effettuare la prima con Novavax. E’ soltanto una marca in piu’ che si aggiunge alle esistenti.

Per quanto riguarda invece la diffusione del Covid: sebbene oscurato dalle notizie dall’Ucraina, il virus circola sempre meno in uffici e ristoranti siciliani ma le scuole siciliane faticano a liberarsene con la stessa progressione delle altre regioni e degli altri luoghi pubblici. L'attestano i dati del Miur relativi all'ultima settimana di febbraio. Rispetto a metà gennaio, quando i sindaci andavano ognuno per conto proprio, la situazione è migliorata: siamo scesi da 77mila a circa 40mila alunni in dad perché positivi o in quarantena. La cifra, però, corrisponde ancora al 6% di tutti gli studenti italiani e rappresenta il primato nazionale. Basti pensare che nello stesso periodo in Lombardia, che ha un numero di studenti nettamente superiore, si sono registrati la metà dei nuovi casi siciliani. Ad oggi sull'Isola nel 10% delle classi mancano ancora alunni o docenti a causa dell'epidemia: numeri che condizionano la piena ripresa dell'attività didattiche, per la difficoltà degli insegnanti di programmare le verifiche, dividersi tra presenza e distanza, e per la necessità di ritornare sugli argomenti trattati con i tanti assenti. La speranza è che la tensione internazionale per il conflitto, non distolga completamente l'attenzione dal "nemico" che abbiamo ancora in casa. E non è ancora del tutto vinto.


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