Attualità Il virus e l'Isola

Covid, positivo un siciliano su 25, chiuso un ristorante su 10

Omicron fa male più all’economia che alla salute: quasi 230.000 quarantenati e 2.400 locali in ferie forzate



 Ragusa - Sono oltre 226mila i siciliani attualmente positivi, praticamente un abitante ogni 25: la maggioranza isolata a casa e chi ha bisogno di un aiuto psicologico l’Asp di Ragusa mette a disposizione un elenco di professionisti contattabili telefonicamente dalle 10 alle 12, domenica esclusa. La provincia iblea quanto a contagi quotidiani segue subito dopo le big Palermo, Catania e Messina. Infezioni e ricoveri Covid, tuttavia, continuano lentamente a scendere sull’Isola. Non si può dire altrettanto i decessi ma, sebbene riferiti come al solito a giorni addietro, i morti sono sempre gli ultimi a calare.

La zona arancione non durerà molto vista l'accelerazione delle vaccinazioni, anche nella fascia 5-11 anni: +20% in una settimana. Certo - come vediamo nel grafico allegato in foto, tratto dalla piattaforma vaccinale governativa - mancano ancora tanti cittadini all’appello, in ogni fascia d’età: la Sicilia è sotto la media e in coda alla classifica nazionale delle terze dosi insieme alla Sardegna, con il 70% circa di somministrazioni. Oggi il corriere di Poste italiane distribuirà alle Asp altre 82.400 fiale Moderna, ma le scorte non sono un problema: nei frigoriferi ce ne sono in tutto oltre 110mila. Oggi al Centro Caritas di Marina di Acate è Open Day ad accesso libero, senza prenotazione, dalle ore 15 alle 17.30.

A casa anche i negozianti, soprattutto albergatori, ristoratori, cuochi e camerieri: tra caro bollette e quarantene forzate in questi giorni hanno chiuso temporaneamente 2.400 strutture delle 4mila associate a Fipe Confcommercio Sicilia, il 60% degli esercenti. Incassi al lumicino e migliaia di dipendenti mandati in ferie e contratti precari non rinnovati: una mazzata per l’occupazione. Hotel, bar, trattorie e pasticcerie soffrono lo spopolamento delle piazze dovuto ai troppi isolamenti domiciliari e il costo della vita dovuto ai rincari energetici, che si riflettono su costi di merci e materie prime: un lockdown non dichiarato, a cui toccherà resistere fino a Pasqua.


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