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Il cardinale Bassetti: «Migranti in mare? Il giudizio di Dio sarà severo»

Secondo il presidente della Cei un giorno il Signore ci chiederà: “Dov’è tuo fratello?”. E cita il pozzallese La Pira

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 Roma - Dopo la diffusione delle foto dei bambini morti sulle spiagge libiche, monsignor Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, lancia due moniti: «Attraverso i nostri uffici nazionali abbiamo garantito l’arrivo in Italia e l’accoglienza in sicurezza di oltre mille profughi dal Medio Oriente e dall’Africa». E poi: «È possibile un’alternativa agli ingressi irregolari e alle morti in mare, su cui un giorno sarà severo e inappellabile il giudizio di Dio». Il destinatario del primo messaggio è chi chiede polemicamente alla Chiesa di farsi carico dei migranti.

Il destinatario del secondo coincide in parte col primo ed è chi s’è salvato dalla giustizia umana e parla di porti chiusi, respingimenti al largo e blocchi navali. I due destinatari coincidono nel centrodestra che, al governo o all’opposizione, ha ripreso la battaglia sugli immigrati parallelamente alla ripresa degli sbarchi. Se sulle questioni legate alla famiglia e alla genitorialità il Vaticano può trovare una sponda in Parlamento, sull’immigrazione non è disposto a seguire la destra e la posizione dell’arcivescovo è perfettamente allineata a quella del Papa, che l’ha creato cardinale.

Bassetti, nell’Assemblea della Cei, è tornato citare "il sogno" del politico e accademico pozzallese Giorgio La Pira: "Il Mediterraneo, culla delle civiltà monoteiste che egli chiamava ‘la triplice famiglia di Abramo’, è chiamato a riprendere il suo posto nella storia in un mondo sempre più minacciato da guerre e distruzione”. Ma il messaggio è rivolto pure al premier Mario Draghi, che sta affrontando il tema a Bruxelles: il punto è come articolare concretamente la “solidarietà” che i partner europei dicono di volerci mostrare, se non con una ripartizione delle migliaia di ingressi registrati ogni anno, soprattutto in Sicilia


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