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È morto Roberto Paternò Castello, Principe di Biscari

La madre era la nobildonna Nina Nicolaci di Villadorata

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/30-10-2023/morto-roberto-paterno-castello-principe-di-biscari-500.jpg È morto Roberto Paternò Castello, Principe di Biscari


Catania - E' morto a 78 anni Roberto Paternò Castello, principe di Biscari, l’erede che conservava il titolo di una famiglia che molto ha segnato il destino di Catania. Una famiglia nobile che ne ha fatto la storia, a partire da quell’Ignazio mecenate, archeologo, scrittore, che iniziò gli scavi archeologici nella città etnea, riportando in luce l’anfiteatro e le terme, e creò un Museo di antichità con una notevole collezione numismatica. Una famiglia che ha lasciato tracce meravigliose di grandezza a partire da Palazzo Biscari, oggi di proprietà dei cugini. 

Era nato nel 1945 da Ignazio, il padre morto troppo presto, nel 1965, e dalla nobildonna Nina Nicolaci di Villadorata (sorella di Corrado, il principe di Palazzo Nicolaci a Noto), unico maschio di quattro figli (le sorelle Francesca, Maria Teresa e Maria Felicia) e abitava nel palazzo di famiglia in via Etnea, angolo piazza Università, chiamato Palazzotto Biscari. Ex bancario, si era da molti anni dedicato alla produzione di olio nella sua proprietà, l’azienda agricola Aragona, nel feudo di famiglia nella zona di Centuripe dove un tempo si coltivava riso, diventando un moderno imprenditore agricolo, più volte premiato per il suo olio (il marchio Olive D’Aragona era nato nel 1998) e al quale dedicava tutte le sue attenzioni.

Sposato in prime nozze con Elena Sortino (poi diventata la seconda moglie di Umberto Scapagnini) ha avuto due figli Ricciarda e Ignazio, poi sposato in seconde nozze con Simonetta Micali ha avuto il figlio Corrado. Da molti anni la sua compagna di vita è stata l’amata Rosanna Romeo del Castello.

Il rapporto con Acate

Per gli acatesi appassionati della memoria storica destò sempre una certa emozione incontrare uno degli eredi della famiglia catanese che volle costruire il maniero che si affaccia sulla Valle del Dirillo, chiamato anche “Palazzo del Principe”, il quale attraverso alterne e tribolate vicende fu acquisito dal Comune di Acate.


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