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Nuovo comune in Sicilia, “Montemare” vuole staccarsi da Messina

Dopo Misiliscemi, un altro comitato stringe sul referendum separatista



 Messina - La Regione ha da tempo autorizzato un referendum promosso da un comitato che riunisce 13 frazioni di Messina (foto allegata), anche se in una - Massa San Nicola - non risulterebbe nemmeno un residente. L’obiettivo dei promotori è staccarsi dal Comune dello Stretto per farne uno a parte. Pochi giorni fa Palazzo d’Orleans ha sollecitato il sindaco Cateno De Luca, preso dalle canzoni, a fissare la data delle consultazioni altrimenti gli “scissionisti” chiederanno direttamente al governatore Nello Musumeci di nominare un commissario sostitutivo, che porti la popolazione al voto entro il 2021.

Lo stesso iter che a febbraio ha portato alla nascita di Misiliscemi, sottraendo con un plebiscito una discreta fetta di contribuenti a Trapani. Lì dal 16 aprile c’è un commissario straordinario - in carica fino all’elezione di sindaco e consiglio, il prossimo 3 ottobre - che sta rinnovando intanto i contratti dei servizi come acqua, luce e mezzi pubblici. Probabile che per la città dello Stretto si adotti il medesimo sistema a doppio quorum, col territorio diviso in due, distinguendo il voto delle contrade interessate. Circa 8.800 abitanti, che il giorno dopo si ritroveranno a risiedere insieme nella ridente Montemare: è stato battezzato così l’eventuale 392esimo comune siciliano, il 7.905esimo in Italia, probabilmente per gli 11 chilometri di costa che avrà a disposizione.

«Questi villaggi sono diversi ma nello stesso tempo uguali – racconta ai media locali uno dei promotori, Giandomenico Arena, uno dei promotori -, la condivisione dei problemi ci ha portato a unirci. Facciamo i conti con un degrado sempre più preoccupante, con la carenza e l’abbandono di strutture. Non ci sono impianti sportivi e aree pubbliche per lo svago, le nostre strade spesso non ricevono la giusta manutenzione e rischiamo ogni anno di rimanere isolati. Poi c’è la mancanza di un vero presidio sanitario e di primo soccorso, visto che l’ambulanza in servizio non ha medico: e se guardiamo al futuro è ancora peggio, visto che non c’è traccia di interventi o progetti”. Una valanga di problemi, comune a molti centri siciliani, ma che - secondo i favorevoli - saranno risolvibili con una mini amministrazione, autonoma e indipendente.  


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