Roma - La barba incolta da giorni, come le persone malate in maniera seria. Papa Francesco è ricoverato da 23 giorni: il bollettino di sabato sera parla di«lieve, graduale miglioramento», e spiega che iniziano a vedersi gli effetti delle cure farmacologiche e antibiotiche, ma mantiene la prognosi riservata.
«Le condizioni cliniche del Santo Padre negli ultimi giorni sono rimaste stabili e, di conseguenza, testimoniano una buona risposta alla terapia». Sono passate più di tre settimane da quando Francesco è stato ricoverato al Gemelli, ieri è cominciata la quarta.
Ed è la prima volta che i medici fanno sapere, seppure con grande prudenza, che si cominciano a vedere gli effetti della terapia farmacologica, e in particolare antibiotica, impostata per affrontare la polmonite bilaterale che ha infettato Francesco. Il bollettino del Gemelli diffuso sabato sera dalla Santa Sede, dopo un giorno di pausa, afferma che «si registra pertanto un graduale, lieve miglioramento». E le notizie che filtrano dalla Sala Stampa Vaticana, domenica mattina, registrano un'altra notte passata senza problemi: «Ore tranquille, il Papa sta riposando».
Certo la situazione resta più che mai delicata, Francesco è un uomo di 88 anni con un’infezione «polimicrobica» a entrambi i polmoni e la prognosi rimane riservata, il che significa che continua a non essere fuori pericolo. Di «lieve miglioramento», peraltro, si era parlato anche tra la prima e la seconda crisi respiratoria, la «stabilità» aveva preceduto anche la terza e la quarta crisi patite lunedì scorso. È chiaro che «finché la prognosi è riservata resta il pericolo e la possibilità di altre crisi», si spiega in Vaticano, probabile ci saranno altri esami la settimana prossima. Ma in ventitré giorni di esegesi dei bollettini medici non era mai capitato di leggere una frase come questa: «I medici, al fine di registrare anche nei prossimi giorni questi iniziali miglioramenti, prudenzialmente mantengono la prognosi ancora riservata».