Emilio Isgrò e il respiro di Scicli
Scicli - Le sue opere sono al Pompidou di Parigi.
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Ha esposto nella casa di Alessandro Manzoni a Milano, incrociando nella sua carriera Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Renato Guttuso, Ezra Pound, Peggy Guggenheim.
È uno degli artisti italiani più famosi nel mondo.
Siciliano di Barcellona Pozzo di Gotto (1937), Emilio Isgrò ha regalato all’arte contemporanea le Cancellature.
Ha cancellato la Divina Commedia, l’Enciclopedia Treccani, il volto di Alessandro Manzoni nel quadro di Hayez, dimostrando che il meno contiene il più.
Ha cancellato interi brani di letteratura, lasciando a volte una, due parole per pagina, a volte solo le virgole. E aggiungendo nelle sue opere le api che trasportano polline, ma anche cultura, da un luogo all’altro.
La sua grande Cancellazione del Debito pubblico campeggia alla Bocconi di Milano; commovente è la sua installazione “L’Ora Italiana”, con venti orologi che inchiodano le lancette in un ticchettio angosciante nell’ora in cui una bomba uccise 85 persone alla stazione di Bologna, il 2 agosto del 1980.
Milanese d’adozione (Milano gli ha tributato il Palazzo Reale per le sue mostre, oltre a casa Manzoni), Emilio Isgrò è oggi l’artista siciliano più famoso. Il 27 gennaio per la prima volta è venuto a Scicli, desideroso di conoscere, di capire, di respirare.
Figlio di un ebanista con la passione per la musica, quando suo padre Giuseppe, ottantenne, si iscrisse al Conservatorio per terminare il percorso di studi interrotto da ragazzo, Emilio e suo fratello Bruno chiesero: “Papà, a ottant’anni ti sei iscritto al Conservatorio? Ma perché?”
E lui cosa vi rispose?
“Emilio, Bruno, ma io dovrò pure pensare al mio futuro!”
Scoppio a ridere ed Emilio mi incalza: “Sai cosa è successo, Peppe?”
“No”.
“Mio padre è morto che aveva 100 anni”.
Nelle foto di Tonino Trovato, Emilio Isgrò a Scicli; il seme d’arancio siciliano in marmo, alto sette metri, di Emilio Isgrò all’Expo di Milano; Emilio Isgrò, Cancellature; John Fitzgerald Kennedy, Presidente degli Stati Uniti, con a destra Emilio Isgrò.
