Ragusa - Si è appena concluso l’incontro al Mimit, per il focus su Ragusa e Priolo, per la riconversione della chimica Eni in Sicilia.
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Eni, scende nei dettagli del nuovo piano per la riconversione della chimica di base nel polo siciliano di Versalis.
Nel particolare, per Ragusa Eni presenta un piano dettagliato e di totale riconversione industriale:
“Il nostro obiettivo – spiegano i manager di Eni al Ministero - è valorizzare le competenze del territorio per proiettare Ragusa nel futuro della chimica. Intendiamo mettere in risalto il sito, che si trova vicino al centro storico e fa parte del patrimonio UNESCO. Non possiamo ripristinare un perimetro di attività industriali simile a quello attuale, ma desideriamo che questo centro diventi un ponte tra le iniziative circolari e bio che stiamo sviluppando in Sicilia e in altre località d'Italia. Inoltre, vogliamo trasformarlo in un motore di nuove idee e iniziative innovative nelle filiere emergenti, che richiederanno ulteriori innovazioni tecnologiche. A tal fine, abbiamo concepito due anime all'interno di Ragusa: una unità sperimentale focalizzata sulle tecnologie di riciclo e sulla circolarità.”
Attività di ricerca su riciclo meccanico e chimico delle plastiche
Questa unità lavorerà sulle filiere di riciclo meccanico già avviate e su quelle di riciclo chimico dell'azienda, creando sinergie tra i due siti, Ragusa e Priolo, per chiudere completamente il cerchio delle attività sostenibili.
Formazione altamente specialistica e acceleratore di start up
Eni prevede una riconversione altamente professionale per i propri dipendenti. Oltre a ciò, ricercatori, università, studenti, imprese e start-up sono stati collegati a un acceleratore lanciato sul territorio in collaborazione con Joule e altre aziende, inclusa Cassa Depositi e Prestiti. Questo acceleratore connette il centro sperimentale a un network di ricerca, innovazione e imprenditoria locale e italiana. L'attenzione è rivolta alle filiere della circolarità, del bio e dell'agricoltura.
A questo si aggiungerà il centro di competenza per manutenzioni specialistiche e sicurezza sul lavoro; tuttavia, è fondamentale notare – spiega eni- che non esistono iniziative simili di contract administration o formazione altamente specializzata per i CDN in Italia e all'estero.”
Insomma, a Ragusa il polo di eccellenza per le competenze di manutenzione Eni.
Filiera Agri HUB
Un'altra iniziativa importante è l'Agri-Hub, che valorizza la filiera agricola locale producendo feedstock per le bio raffinerie. Questa iniziativa ha anche una dimensione industriale.
Per comprendere la portata dell'iniziativa: non avrà lo stesso perimetro ma non sarà neanche qualcosa da sottovalutare. Ospiterà picchi significativi occupazionali ed avvierà nuove filiere. Attualmente ci sono studi in corso che porteranno aggiornamenti nelle prossime settimane o mesi. In termini di footprint sul territorio, si prevede di occupare l'area dello stoccaggio polimeri nel Capannone di 11.000 m²; circa 5.000 m² saranno destinati all'iniziativa agri-industriale mentre l'altra metà sarà riservata al centro unità di ricerca che sarà esterno a quest'area. Riguardo all'unità di ricerca, è un'iniziativa innovativa nel panorama italiano. Attualmente, ci sono centri sperimentali che si stanno muovendo verso l'innovazione nelle circolarità. Vogliamo creare un'eccellenza, e riteniamo di avere le competenze tecniche necessarie per impianti chimici e gli asset per realizzare impianti sul territorio. Inoltre, possediamo competenze nella ricerca, con circa 300 ricercatori dedicati all'eccellenza a livello nazionale e internazionale.
Eni definisce i perimetri industriali che insisteranno su Ragusa: “l'area occupata da una media impresa nel ciclo è di 5.000 m²; nei luoghi di Ragusa l’area interessata sarà più del triplo, stiamo parlando di uno spazio ampio dove prevediamo tre impianti principali. Ma gran parte dell’area dove insiste lo stabilimento sarà comunque impegnata per lo sviluppo dei progetti.
Impianti di Ricerca per riciclo meccanico
Il primo investimento sperimentale sarà il nostro fiore all'occhiello, dice Eni: “un'unità di ricerca per trasformare materiali da riciclo meccanico in materiali idonei per il food contact. Attualmente questo processo è limitato principalmente a un materiale plastico specifico: Abbiamo sviluppato una tecnologia innovativa in questo ambito.
In accordo con la normativa europea, è necessario trasformare la plastica riciclata in plastica idonea al contatto alimentare. Stiamo progettando un impianto di dimensioni più contenute rispetto agli altri due, concepito per integrarsi come un sistema drop-in nell'unità di riciclo meccanico, trasformandola quindi in un processo di riciclo meccanico per il food contact.
Questo impianto avrà una capacità di elaborazione di una tonnellata e mezza o due tonnellate all'ora di polimero. Sarà sufficientemente versatile da adattarsi a vari tipi di plastica che intendiamo portare a livello food contact. La tecnologia sarà avanzata e le condizioni operative permetteranno significativi miglioramenti nella produzione dei campioni. Inoltre, stiamo considerando il recupero delle insaccatrici già presenti nel sito, poiché gestire due tonnellate all'ora rappresenta una quantità considerevole.
Gli altri due impianti potranno operare sia in modalità continua, eseguendo operazioni sequenziali, sia attraverso singole fasi operative. Queste operazioni includeranno la selezione delle plastiche per separare i diversi tipi e manufatti, la macinazione, il lavaggio e ulteriori processi di upgrading. Potranno essere utilizzati sia in sequenza che come singole fasi per analisi dettagliate delle procedure coinvolte. Ci riferiamo specificamente a plastiche destinate ad uso fine. Stiamo discutendo delle plasmix provenienti dalla demolizione di elettrodomestici, come frigoriferi e lavatrici, che condividono macchinari comuni. È fondamentale considerare la dimensione dei macchinari. Se dobbiamo selezionare e verificare la capacità di una macchina, stiamo valutando l'implementazione dell'intelligenza artificiale nel nostro centro. L'obiettivo è sviluppare sistemi in grado di riconoscere oggetti che passano su un nastro trasportatore, distinguendo ad esempio un vasetto di yogurt da una vaschetta in base alla loro composizione chimica e forma. È cruciale avere macchinari di dimensioni appropriate per effettuare questi discernimenti con flussi significativi di materiale. Molti dei macchinari avranno le dimensioni tipiche di un piccolo o medio impianto industriale alimentare; altri saranno simili a apparecchiature da laboratorio per la trasformazione. In aggiunta a questi tre impianti, sarà presente un laboratorio di ricerca dedicato ai test sui materiali. Questi test saranno simili a quelli condotti attualmente a Ragusa sul prodotto finito, ma le apparecchiature utilizzate qui saranno più avanzate dal punto di vista tecnico-scientifico. Parleremo quindi dell'utilizzo della cromatografia su gel, microscopia e gas cromatografia con rilevamento di massa; tecnologie capaci di analizzare approfonditamente i materiali al fine di migliorarli.”
Eni conclude sottolineando l'importanza degli asset di Ragusa e della sinergia con il ciclo chimico poiché i processi saranno integrati.
Un aspetto fondamentale è la collaborazione con le università. “Abbiamo già contatti con le università siciliane, in particolare a Messina, dove ci sono scuole d'eccellenza nei settori che ci interessano: chimica, ingegneria chimica e ingegneria dei materiali. Inoltre, coinvolgeremo dipartimenti che si occupano di intelligenza artificiale, componente molto importante per questa unità di ricerca” – conclude Eni -.
Le reazioni delle istituzioni, governo e sindacato sul piano Eni per la Sicilia
Il Sindaco di Ragusa, nel suo intervento, punta l’attenzione sulle ricadute occupazionali che avrà Ragusa, non conoscendo tempi e modi di realizzo sulla riconversione.
“Alcune dichiarazioni richiedono attenzione, in particolare riguardo alla città riconosciuta dall'UNESCO e agli impianti situati nell'area periferica. Questi impianti sono presenti da decenni e non hanno impedito, nel 2002, il riconoscimento a patrimonio universale della nostra città. Sembra una forzatura cercare giustificazioni per una situazione che non necessita di spiegazioni; gli impianti rimangono lì e la città continuerà a essere un sito UNESCO.
Il Sindaco Cassì, inoltre, aggiunge:“Sebbene lo sforzo di conversione possa essere attuabile, mancano dati precisi sulle tempistiche. Le idee proposte possono essere suggestive ma senza dettagli concreti risultano poco convincenti. Si parla di formazioni e collegamenti con le università, ma è fondamentale che il nostro polo industriale rimanga attivo. Non solo ci sono 120-130 dipendenti diretti coinvolti, ma anche centinaia di altre persone potrebbero trovarsi in difficoltà. Discutere di centri di sperimentazione o formazione è positivo, ma chi si occupa delle attività quotidiane come manutenzione meccanica, facchinaggio e trasporto merita attenzione immediata.
Il sindacato, chiede tempi certi, garanzie di fattibilità e occupazionali e un cronoprogramma per gestire i tempi vuoti che pure caratterizzeranno il processo di riconversione.
Il Governo, pur accogliendo con favore il piano, sottolinea che Eni dovrà sostenere il tutto con le proprie forze economiche e finanziarie, nessun peso sui costi sociali dello Stato Italiano deve esserci. Il MIMIT ha chiesto una ricognizione degli appalti di Versalis e la forza globale dell’indotto, oltre a precisi dettagli su spese e tempi di fattibilità industriale.