Economia Ragusa

Versalis, Eni non vuole scappare da Ragusa

Incontro al Ministero dell'Industria a Roma



Ragusa - Eni non vuole scappare da Ragusa. Sono queste sono le premesse di Giuseppe Ricci all’avvio della presentazione del piano di riconversione Versalis al ministero del Made in Italy: presenti il ministro Urso, sindaci e regioni dei siti industriale interessati al Piano ENI, con una folta rappresentanza sindacale e parlamentare collegata anche da remoto. Ragusa, rispetto al piano presentato ad ottobre, avrà Iniziative a supporto delle nuove piattaforme bio, con intensità industriale più bassa rispetto a Priolo e Brindisi.Eni non parla più di centro multi competenze, né di impianto di precariche per raffineria. Un accenno breve alla ricerca, insomma, un ruolo industriale ridimensionato per Ragusa rispetto al passato, anche per sostenere minori impatti sul territorio. Ragusa, comunque, resterà all’interno del perimetro della nuova chimica di Versalis.Confermata la bioraffineria per Priolo, con impianto di riciclo chimico a uguale intensità industriale e occupazionale.

Critica la posizione del sindacato
Fortissima l’opposizione da parte delle segreterie sindacali per l’abbandono della chimica di base e la totale dipendenza dai mercati extra europei a cui il governo vuole affidare il paese, con la cessazione delle produzioni da fossili, per la filiera etilene e polietilene, da parte di Versalis. Si riconverte per la poca sostenibilità dei costi energetici, non perché manchi il mercato di riferimento per etilene e polietilene e per fare un favore agli azionisti di Eni, privati e diffusi. Eni ha 8.000 addetti su 30.000 totali della chimica in Italia; 2500 lavoratori saranno impattati da questa decisione di abbandono della chimica di base, a partire da Ragusa. Tutto ciò deve essere sostenuto da una responsabilità chiara da parte del governo nei confronti del Paese. Se il governo decide di sostenere la fine della chimica lo dica chiaramente al Paese, e. che la dipendenza dai prodotti chimici -che prima venivano confezionati in casa- adesso sarà affidata al mercato est, statunitense e mediorientale. Dismettere la chimica e dipendere dal mercato sarebbe un forte rischio, l’Italia sarebbe totalmente esposta alle importazioni, con ricadute sull’auto motive, sulla gomma plastica e su tutta la filiera pertinente alla chimica di base italiana. 

Focus su Ragusa
Nonostante gli annunci di stampa, e il leggero cambio di passo annunciato da Eni, non ci sono tuttavia affidamenti per una continuità industriale su Ragusa. Non si intravede un futuro per Ragusa. Siamo fermi alla evanescenza del detto e non detto. Per Ragusa il sindacato, presente con le segreterie regionali e nazionali al trovalo convocato dal mistero Urso, richiede una posizione chiara, a tutela di tutta la forza occupazionale per la continuità produttiva e industriale del sito. Il piano di Eni per Ragusa, nonostante qualche aggiustamento rispetto al 24 ottobre, non è in linea con le dichiarazioni rese dai manager stessi nelle ultime settimane e, soprattutto, non garantisce i numeri per i lavoratori del diretto, mentre l’indotto è praticamente fuori dai giochi.

Le conclusioni del Ministro Urso
Il ministro chiede a Eni un cronoprogramma sugli investimenti, ricadute sull’indotto e risposte chiare su Ragusa. Il governo sui costi energetici ha una sola soluzione, passare al nucleare. Mettere in sicurezza consumi della popolazione e delle industrie: nucleare in aggiunta alla produzione da rinnovabili.

La parola a Eni per il finale
Eni, nel suo intervento di chiusura, sollecitata dal Ministro, torna sulle perdite di gestione per la chimica di Versalis, riconducendo il tutto ai costi energetici e delle materie prime. Le filiere a valle saranno garantite e alimentate. Occorre disponibilità alla transizione. E per tradurre in investimenti ciò che è stato annunciato, serve il dialogo tra tutte le forze in campo per un progetto condiviso che punti a dare una nuova pelle alle produzioni di Versalis. Eni è disponibile a trovare una soluzione industriale per Ragusa. Siano attivati dei tavoli locali al fine di trovare una soluzione in linea con le aspettative del territorio. La trasformazione deve essere affrontata con decisione. Il governo sia parte attiva in un tavolo di regia al fine di condividere un progetto comune, e la sottoscrizione di un protocollo. Eni, pertanto, si dichiara disponibile ad affrontare la questione Puglia, per Brindisi, e Sicilia, Priolo e Ragusa, con attivazioni di tavoli tecnici e di dettaglio. Allo stesso tempo, l’azienda di Stato chiede tempi brevi per la definizione del tutto, al fine di attenuare le perdite e avviare il programma degli investimenti.


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