Lettere in redazione Comiso

Aeroporto Pio la Torre: espressione politica o nome condiviso?

Ci scrive Giovanni Distefano, dell’associazione Polis

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Comiso - E’ di pochi giorni fa la notizia che anche l’ENAC - Ente Nazionale Aeroporti Civili - ha manifestato il proprio assenso per la sostituzione del nome dell’Aeroporto di Comiso “Vincenzo Magliocco” e la nuova intitolazione a “Pio La Torre”, prevista per sabato 7 giugno prossimo.

Al di là dei meriti che possono essere attribuiti agli uomini, entrambi morti per difendere i valori e gli ideali di cui erano portatori, entrambi esemplari difensori dello Stato Italiano, entrambi strenui oppositori dei nemici interni o esterni allo Stato, anche se in ambiti e contesti storici differenti – costituiti, ora dalla Mafia, ora dai combattenti e ribelli etiopi - non si comprende bene la reale esigenza di questo cambiamento.

Cambiare non basta, bisogna tendere al miglioramento.

La domanda, che gran parte della popolazione comisana si è posta, è proprio questa: se sia davvero opportuno per il bene di Comiso, e di tutto l’interland, cambiare il nome con cui fino a oggi l’aeroporto è conosciuto in tutta Europa e se sia utile intitolarlo a una personalità, rappresentante politico stimabile, ma pur sempre rappresentante di un dato schieramento politico italiano.

La politica è una forma di rappresentanza e di partecipazione del popolo al processo decisionale. Il politico ha il dovere di interpretarne la volontà e scegliere la soluzione che più si avvicina a essa, con beneficio per tutti.

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Cosa vuole la città al riguardo?

L’associazione Polis, equidistante da posizioni politiche di parte, vuole essere il termometro delle esigenze della gente.

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Avverte, ed è palese, che dalla nuova intitolazione discendano inevitabili riflessioni politiche. Sarebbe stato più opportuno, e magari cosa molto gradita da tutti, un sondaggio su ciò che i comisani pensano e avrebbero scelto, magari proponendo nomi ambiti, di cui Comiso, per fortuna, è ricca: Gesualdo Bufalino, Salvatore Fiume, solo per fare qualche esempio.

Puntare alla concordia, piuttosto che alla discordia, sviluppando una politica della prossimità con il cittadino.

Intitolazione che, in fin dei conti, ha solo un valore simbolico. Scarsa sarà, infatti, la risonanza di quel nome, qualunque esso sia, nell’immaginario del passeggero-viaggiatore che non sceglierà la propria meta ricordando l’aeroporto Leonardo da Vinci, l’aeroporto Enrico Forlanini o l’aeroporto Sandro Pertini ma solo Roma Fiumicino, Milano Linate o Torino-Caselle, aeroporti questi conosciutissimi, a cui quei nomi fanno riferimento.

 


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