Giudiziaria Acate

Daouda Diane assassinato e occultato, non è un “atto dovuto”

La pista è segnata, mancano killer e movente: il punto sulle indagini

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/28-07-2022/daouda-diane-assassinato-e-occultato-non-e-un-atto-dovuto-500.jpg Daouda Diane assassinato e occultato, non è un “atto dovuto”


 Acate - Daouda Diane non è scomparso nel nulla di propria volontà, né è stato vittima di un malore o un incidente, ma è stato assassinato. È questa l’ipotesi a cui da ieri lavora la procura di Ragusa, che ha formalmente aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e soppressione di cadavere. Del resto, è sempre stata la pista più probabile. Un migrante non scappa dopo aver sborsato 600 euro per riabbracciare moglie e figlio in patria dopo 5 anni. Per andare dove poi? E perché mai si sarebbe dovuto nascondere il cadavere di un uomo colpito da un infarto, un'embolia o qualcosa del genere. Diverso il discorso per l'incidente mortale: stradale, domestico o sul lavoro. Far sparire il "corpo" del reato avrebbe già più senso, ma allo stato è solo un’ipotesi investigativa.

Chi ha occultato i resti del 37enne ivoriano potrebbe essere un professionista, uno che ha agito con rapidità e che conosce bene la zona per far girare a vuoto da quasi un mese vigili del fuoco, Protezione civile e forze dell'ordine con cani e droni al seguito. La famiglia di Daouda segue l'inchiesta siciliana dalla Costa d'Avorio, non avendo né il denaro né i documenti per raggiungere l'Isola, sperando nella giustizia di un Paese che credono più civile del loro. Voleva portare con sé più denaro possibile, per questo l'operatore nel Cas di Acate, il 2 luglio scorso, era andato ad arrotondare nel cantiere della SGV calcestruzzi srl: ditta che occupa di produzione, trasporto e realizzazione di opere di pietra e cemento.

Ma, forse, i suoi ultimi video di denuncia girati da quel posto potrebbero aver fuorviato le indagini e distolto l'attenzione da qualche altro aspetto della sua vita, rappresentando una facile e immediata soluzione. Non sempre, in "gialli" come questo, uno più uno fa due. Certamente i carabinieri approfondiranno ora anche altri ambienti e conoscenze della vittima, tuttavia "non possiamo che registrare una certa indifferenza dell’azienda e dei suoi legali, che continuano a inviare note contrastanti – nota Michele Mililli dell'Usb Ragusa -. All'inizio hanno negato persino di conoscere Daouda, adesso non solo lo ammettono ma pare sia stato il titolare ad accompagnarlo quando lavorava per loro. Ovviamente a nero e senza contratto o tutele”.

L’avvocato della SGV, Mirko La Mattina, respinge però ogni insinuazione: "Il fatto che Daouda sia stato visto per l'ultima volta nel cementificio, non significa che vi siano delle responsabilità. Nessuno di noi sa cosa gli sia successo quando ha lasciato il cantiere. I titolari - sottolinea - hanno chiesto, per primi, di effettuare delle verifiche accurate all'interno del cementificio: i rilievi sono stati eseguiti giovedì scorso dal Ris e il fatto che non sia stato trovato nulla esclude ogni responsabilità della Sgv, dimostra che con questa sparizione l'azienda non c'entra niente". I rilievi sarebbero stati svolti sia all'interno del cementificio che in altre pertinenze.

Tra queste, "un terreno adiacente, che è stato posto sotto sequestro per reati ambientali – spiega La Mattina -. Un terreno utilizzato da Sgv, ma accessibile a tutti. Su questo sequestro si è frainteso parecchio: sono state riscontrate solo violazioni ambientali, nient'altro". Possibile, inoltre, che i cellulari dei dipendenti siano già stati messi sotto controllo. Intanto, dopo aver fatto presente nel nostro articolo del 22 luglio la “svista” di Chi l'ha visto?, 3 giorni dopo la popolare trasmissione di Rai3 ha postato l'immagine e la notizia della scomparsa di Daouda sulle sue pagine social, aprendo sul sito anche una scheda sul suo caso. Ma che qualcuno si faccia vivo dicendo di averlo incrociato per strada è un colpo di scena a cui non crede più nessuno.


© Riproduzione riservata