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Come contestare la multa per mancata vaccinazione Covid

Da febbraio registri dei vaccinati passati al setaccio da Agenzia delle entrate e Asp

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 Roma – Il governo stabilisce, per chiunque ha più di 50 anni, di sottoporsi al vaccino anti Covid, pena una sanzione una tantum: ogni cittadino, cioè, può essere multato una sola volta per tale infrazione. Ma mentre si discute sull’esiguità dell’importo minimo (100 euro) per chi non intende rispettare l’obbligo, la legge già prevede la possibilità di fare ricorso al giudice di pace per farselo cancellare. La multa - comminata dal ministero della Salute tramite l’Agenzia delle entrate - colpisce chi, al primo febbraio 2022: non ha ancora iniziato il ciclo primario; non ha completato il ciclo primario nei tempi indicati; o non ha fatto «la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario entro i termini di validità del super green pass», ovvero 6 mesi.

Dal 15 febbraio, inoltre, gli over 50 pizzicati a lavoro senza il certificato verde “rafforzato” la somma sale tra 600 e 1.500 euro; gli altri - beccati attraverso controlli a tappeto negli archivi delle Asp - saranno considerati assenti ingiustificati, e non riceveranno lo stipendio per il periodo di inadempienza. Più che dai blocchi in strada, i bollettini da pagare arriveranno direttamente nella cassetta delle poste o sulla mail pec. Prima della multa, però, l’utente riceverà un avviso di avvio del provvedimento a cui, se vorrà, dovrà rispondere entro 10 giorni per giustificarsi della mancata iniezione, allegando eventuali esenzioni firmate da un medico. Se l’Asp non risponderà o non confermerà l’esenzione entro il termine perentorio di altri 10 giorni, l’Agenzia delle entrate notificherà con raccomandata presso la residenza del cittadino, nei 180 giorni successivi, «un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo».

Si tratta di un documento ufficiale che, al pari di una sentenza, accerta in automatico la violazione amministrativa avviando la riscossione esattoriale. Per impugnarla bisogna rivolgersi al giudice di pace entro 30 giorni dal ricevimento dell’avviso di addebito. Nel corso del giudizio il cittadino dovrà dimostrare all’Agenzia , difesa dall’Avvocatura dello Stato, di essere legittimamente dispensato dalla vaccinazione obbligatoria, sempre attraverso una relazione scritta da un medico. A questo punto è verosimile che il giudice nomini un Ctu, ossia un consulente tecnico d’ufficio, i cui costi saranno anticipati dal ricorrente e si sommeranno all’importo del contributo unificato per l’avvio del giudizio pari a 43 euro. Conviene?


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