Attualità Il caso

Lorenzo morto di Covid a 10 anni, per un attacco di rabdomiolisi

È una rara complicanza che subentra all’infezione danneggiando anche i reni

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/26-01-2022/lorenzo-morto-di-covid-a-10-anni-per-un-attacco-di-rabdomiolisi-500.jpg Lorenzo morto di Covid a 10 anni, per un attacco di rabdomiolisi


 Torino – Italia attonita di fronte alla morte per Covid di un bimbo piemontese di 10 anni, ieri all’ospedale Regina Margherita di Torino, dov’era intubato in terapia intensiva: a ucciderlo quella che in gergo tecnico si chiama “rabdomiolisi”, una sindrome che si verifica quando le fibre muscolari danneggiate da malattie o traumi si scompongono e rilasciano il loro contenuto nel torrente ematico. Può essere causata da un'infezione come l'influenza o, come in questo caso, dal Coronavirus. Si chiamava Lorenzo, per gli amici Lollo. "Succede di rado, ha avuto una rabdomiolisi acuta – afferma Franca Fagioli, direttrice del dipartimento ‘Patologia e Cura del Bambino' al Regina Margherita –, è possibile che accada anche con altri virus e i traumi molto gravi”.

“La distruzione del tessuto dei muscoli – continua - ha causato il rilascio di sostanze tossiche, che hanno indotto l’arresto cardiaco". La vittima è stata messa direttamente in dialisi, appena arrivata con l’ambulanza da Mondovì: “Tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. Su come stesse il bambino prima non abbiamo notizie, stava talmente male (ipotermia, forti dolori agli arti inferiori e sospetta miocardite, ndr) che non abbiamo fatto un’anamnesi entrando in dettaglio, volevamo solo immediatamente ridurre le complicanze”. Il personale sanitario non disponeva, nell’immediato, di tutti i dati pregressi sulla sua condizione di salute ma è certo che non fosse vaccinato, anche se proveniva da una famiglia del cuneese dove sono tutti vaccinati, inclusi i due fratelli più grandi.

"Probabilmente perché in passato aveva sofferto di crisi epilettiche – spiega Fagioli – ma non avrebbe comunque rappresentato una controindicazione: se fosse stato immunizzato, forse avrebbe evitato la malattia grave. Quello che prima era poco probabile - conclude - adesso inizia ad assumere dei numeri concreti, proprio per la quantità di bambini e adolescenti che si stanno infettando". "L'aggressione ai tessuti è stata molto violenta - aggiunge Alessandra Conio, responsabile della terapia intensiva pediatrica dell’ospedale -, è un caso raro in cui il Covid non attacca i polmoni, ma è ugualmente fatale". 


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