Militello Val di Catania - È il comune che ha dato i natali a Pippo Baudo, al ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, allo stesso sindaco e deputato Giovanni Burtone, amico di lungo corso del capo dello Stato. Questo pomeriggio ha accolto proprio lui, Sergio Mattarella, in visita a Militello Val di Catania per inaugurare la scuola “Pietro Carrera”, fresca di ristrutturazione, l’istituto in cui studiò Baudo. Una accoglienza da star, segnata da standing ovation per l'arrivo del Presidente al palazzetto dello sport, nel momento in cui si è alzato a prendere la parola e quando ha terminato il suo breve saluto.
C’era grande attesa per l’arrivo del capo dello Stato, legato da un’amicizia profonda col primo cittadino Burtone. Legame che risale a 45 anni fa, quando all’indomani dell’omicidio del presidente della Regione Piersanti Mattarella, Burtone insieme ad altri dirigenti della Democrazia cristiana siciliana chiese a Sergio Mattarella un impegno nel partito per «scacciare via il marcio».
Erano gli anni in cui a Palermo la Dc faceva riferimento soprattutto a Vito Ciancimino, l’ex sindaco del capoluogo legato alla mafia corleonese, ricordato per il sacco di Palermo che cancellò decine di ville Liberty dal nuovo piano regolatore per far posto agli affari delle imprese edili amiche di Cosa nostra pronte a costruire palazzi residenziali lungo le vie principali della città. In quegli anni Sergio Mattarella, sempre in contatto con Burtone, guidò la Dc palermitana, facendo davvero pulizia e favorendo la “primavera di Palermo” capitanata dal giovane Leoluca Orlando, che nel 1985 divenne per la prima di cinque volte sindaco del capoluogo. Burtone e Mattarella erano lì, a promuovere e favorire quel moto popolare che in Sicilia cominciava a prendere le distanze da Cosa nostra e che alla politica chiedeva un cambio di passo.
"È indispensabile garantire nel territorio intero del nostro Paese servizi adeguati, collegamenti adeguati e condizioni di pienezza di cittadinanza per tutti i cittadini, per tutte le donne e gli uomini del nostro Paese". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Militello in Val di Catania, comune del catanese, per inaugurare la scuola 'Pietro Carrera' dopo i lavori di ristrutturazione. Il sindaco Giovanni Burtone aveva invitato a non dimenticare le aree interne e i piccoli comuni "senza i quali non c'è coesione nel Paese". Ha dunque preso la parola Mattarella che, spinto dalle parole del sindaco amico, ha esortato a garantire i "servizi essenziali ed eguali diritti di cittadinanza". Al termine del suo intervento - "non era previsto, ma non ho potuto resistere" - il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha lasciato il palazzetto dello sport di Militello in Val di Catania, dove ha incontrato la cittadinanza a conclusione della sua breve visita, dopo l'omaggio al monumento ai caduti della Resistenza e l'inaugurazione della scuola appena ristrutturata.
Mattarella: «Nel nostro bel Paese tante città, come Militello Val di Catania, tante aree interne o montane sono protagoniste della storia. Coprono il 60 per cento del territorio, ci vivono 13 milioni di cittadini. Sono per il nostro Paese – ha dichiarato il presidente – una ricchezza non solo storica e di memoria, protagonista dell’attrazione che esercita nel mondo per la sua cultura, la sua arte, la sua storia, il suo modello di vita. Sono aree che richiedono, quindi, un intervento costante. Vi è un problema che riguarda le comunicazioni – ha aggiunto – una quantità di servizi che vanno garantiti». Il presidente Mattarella ha poi ricordato che «ci sono gli strumenti moderni che consentono ormai di rispondere a questa esigenza: il digitale consente di eliminare le distanze e l’isolamento di un tempo delle campagne, delle montagne. Occorre procedere velocemente in questa direzione».