Attualità Scontro aperto

Sciopero green pass, blocco porti e autostrade: «Venerdì fermiamo il Paese»

Camionisti e marittimi uniti contro vaccini e certificati, a rischio gli approvvigionamenti di ogni merce

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 Roma – Il popolo dei No Pass su Telegram ha lanciato uno sciopero a oltranza da venerdì 15, tanto senza certificato verde non potrebbero comunque lavorare. Non li accomuna il mestiere o servizio che svolgono, ma l’opposizione trasversale al vaccino anti Covid. «Non andiamo più a lavoro - si legge nel post di uno degli utenti più attivi - e blocchiamo le strade fino a quando non aboliscono il green pass. Siamo milioni, hanno bisogno di noi per mandare avanti il Paese».

Secondo i rappresentanti di categoria, il 30% degli impiegati nelle aziende dei trasporto e nelle attività di magazzinaggio non ha ancora il certificato e se venerdì non si presenterà in ditta, come appare ormai scontato, rifornimenti e spedizioni potrebbero subire un brusco rallentamento in alcune regioni. Il countdown è ormai terminato: tempo per mettersi in regola, ne hanno avuto fin troppo. Le avvisaglie si sono già viste l’altrieri al porto di Genova, col blocco congiunto di autisti e portuali al casello e allo scalo.

Lo sciopero selvaggio dei camionisti, un paio di settimane fa, è stato più mediatico che altro: non ha creato grossi disagi, ma nel frattempo il livello dello scontro è salito in maniera preoccupante. Non solo braccia incrociate e code in autostrada: i più facinorosi minacciano anche nuove manifestazioni di piazza, come quella tremenda dello scorso weekend, trasformata in insurrezione.

Difficile trattenere e prevedere dove può arrivare la follia, anche perché finora il governo è intenzionato a continuare a non concedere un millimetro ai violenti. C'è poi il problema dei marittimi e degli autotrasportatori stranieri, in particolare esteuropei,  vaccinati con il siero russo o cinese non riconosciuti dall’Ema. Trasportano di tutto: dal petrolio al gas, dal grano all’argilla. Un danno economico per i cittadini, ma anche per tutti gli altri lavoratori dell’indotto.


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