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Sicilia, terze dosi e green pass a lavoro: il mese della svolta Covid

L’Isola è alla stretta conclusiva della sua lotta contro il virus

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 Ragusa - Spetta ai datori di lavoro organizzare le verifiche dal prossimo 15 ottobre, quando anche per colf, baby sitter, idraulici e lavoratori a domicilio sarà indispensabile esibire il green pass per esercitare. Andrà mostrato praticamente ovunque, pure in tribunale: dai magistrati ma non da difensori, testimoni e periti; esonerati per salvare i processi penali dalla prescrizione. Alcune aziende private stringono accordi con ditte di vigilantes, altre fanno fare i controllori agli impiegati, altre ancora si muniscono di tornelli elettronici all'ingresso, da piazzare accanto al timbra-cartellini: va bene tutto, purché si attesti con l’apposita app che chi entra è vaccinato.

Negli uffici pubblici più affollati si potrebbe procedere a campione, ma pure qui si procede in ordine sparso, senza direttive chiare su modalità e responsabilità delle verifiche e un confronto ufficiale con i sindacati: molto probabilmente, come negli studi professionali, alla fine sarà riorganizzato il personale dipendente. Non parliamo dei clienti al chiuso di un ristorante, ma di milioni di siciliani che fra tre settimane saranno interessati direttamente o indirettamente dall’obbligo. Un milione di questi attendisti (un quarto del totale) non ha ancora fatto una dose, quando sull’Isola sono già partite le terze per i “fragilissimi” e i loro caregiver: malati oncologici, trapiantati e immunodepressi. Poi toccherà ad anziani ospiti di rsa e over 80.

Purtroppo neanche la progressiva estensione del pass sta facendo registrare un aumento delle prime somministrazioni. Forse qualcuno starà pensando che dopo tutto l’emergenza sta finendo pure senza il suo contributo: se avessimo fatto tutti così, saremmo in zona rossa. Qualcun’altro sta aspettando proprio l’ultimo giorno, per vedere se gli immunizzati attorno a lui sono ancora vivi o intubati come i no vax. Qualcun’altro ancora, invece, sembra averci proprio rinunciato. Le curve dell’epidemia calano: continuare a raschiare il barile degli indecisi e richiamare per la terza volta i soggetti più a rischio, contribuirà senz’altro a far uscire la Sicilia dalla zona gialla, giusto in tempo per l’entrata in vigore del certificato verde nei luoghi di lavoro. 


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