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Dieta ormonale: cosa mangiare e come funziona

La dieta ormonale è un regime alimentare volto a correggere gli squilibri ormonali alla base di patologie o eccessi ponderali, scegliendo gli alimenti giusti in base alle proprie caratteristiche.

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La dieta ormonale: come funziona e a cosa serve, scopriamo quali sono gli alimenti da preferire.
La dieta ormonale è un regime alimentare volto a correggere gli squilibri ormonali alla base di patologie o eccessi ponderali, scegliendo gli alimenti giusti in base alle proprie caratteristiche. L’alimentazione ottimale, secondo i principi della dieta ormonale è quella che tiene conto degli ormoni regolatori del metabolismo. Gli squilibri ormonali incidono su tutto l’organismo e anche sulla nostra forma fisica. La dieta ormonale prevede più verdure a inizio pasto e poco tè e caffè, meno carboidrati e mai alla sera.. Questo regime dietetico richiede un alto grado di personalizzazione per fornire un apporto ottimale a seconda del proprio «squilibrio» ormonale. L’alimentazione quotidiana rappresenta un modo con cui intervenire sul metabolismo del nostro organismo e da li anche sull'equilibrio ormonale.
Ecco quali sono gli ormoni coinvolti nel metabolismo e come regolarsi con i consigli della nutrizionista
Pancetta, sovrappeso, chili di troppo? E e se fosse tutta colpa degli ormoni? Un’ipotesi che trova sostanza nel pensiero dell’endocrinologo americano Thierry Hertoghe, sostenitore del principio secondo cui tutto è regolato dagli ormoni. Insomma, ogni squilibrio ormonale si ripercuote sulla nostra salute e può degenerare in patologie come diabete e problemi alla tiroide. Ma esiste una dieta che sceglie i cibi e i momenti in cui andrebbero consumati a seconda dell’azione degli ormoni.

Gli ormoni che regolano il metabolismo
L’alimentazione ottimale, secondo i principi della dieta ormonale, è dunque quella che tiene conto degli ormoni regolatori del metabolismo. «Il segreto di questa dieta? Sembrerebbe proprio correggere e ristabilire il corretto assetto ormonale. -spiega la nutrizionista Francesca Beretta. – Alla base di questa teoria vi sono gli ormoni regolatori del metabolismo. L’insulina, ormone prodotto dal pancreas dopo il pasto al fine di mantenere la glicemia sempre entro certi range (serve a far entrare gli zuccheri all’interno delle cellule). Se in eccesso fa aumentare di peso. Il glucagone è l’ormone prodotto dal pancreas a digiuno. Il cortisolo è l’ormone dello stress prodotto dalle ghiandole surrenali. Usa proteine e grassi a scopo energetico, favorisce l’accumulo di grasso addominale localizzato. Gli ormoni tiroidei sono quelli prodotti dalla tiroide, stimolano il metabolismo perché favoriscono la produzione di energia sotto forma di calore. La grelina è l’ormone della fame, prodotto dallo stomaco. Se in eccesso facilita l’aumento di peso e di massa grassa. La leptina è ormone della sazietà, prodotto dal tessuto adiposo. Riduce l’appetito e stimola il metabolismo energetico. Mentre il neuropeptide gamma è un polipeptide che aumenta l’appetito».

Come funziona la dieta ormonale? Ecco cosa mangiare
«In pratica, in questo schema dietetico si devono scegliere in modo accurato i cibi da consumare (per lo più integrali, inserendo anche molto pesce e uova che stimolano la sensibilità dei recettori per la leptina) e i momenti adatti nell’arco della giornata. Per esempio è sconsigliato mangiare dopo cena. Questa dieta è fondamentalmente ipocalorica, con meno carboidrati e più proteine rispetto a una dieta mediterranea classica. I carboidrati devono essere a basso indice glicemico e si concentrano nella prima parte della giornata. Vanno consumate sempre verdure cotte e crude a inizio pasto per favorire un miglior controllo glicemico e insulinico. Si deve ridurre l’assunzione di tè e caffè perché stimolando la secrezione gastrica e l’appetito».
Un altro dei pilastri su cui poggia questo regime alimentare è la personalizzazione. «Questo approccio alimentare va sempre personalizzato in base al tipo di “squilibrio” individuale: per esempio una persona diabetica dovrà prestare molta attenzione all’insulina e quindi all’indice e carico glicemico degli alimenti, oppure una persona ipotiroidea dovrà aumentare l’introito di cibi ricchi di iodio per migliorare la funzionalità della sua tiroide e così via».

Ci sono controindicazioni nella dieta ormonale?
«Essendo una dieta con meno carboidrati e più proteine, dovrebbero prestare attenzione persone con danni ai reni o problemi di acido urico elevato. La dieta ormonale può aiutare a ristabilire il giusto assetto ormonale, ma non cura patologie. È quindi sempre bene il consulto del medico o dietologo prima di cominciare» conclude la nutrizionista.
Regolare ormoni con allenamento e attività fisica
Infine in condizioni di ridotta produzione ormonale può essere utile valutare la tipologia di attività fisica svolta. Sia nell'uomo che nella donna diventa importante inserire attività di forza come i pesi o le macchine in palestra.
Nel caso delle donne non servirà a recuperare la produzione ormonale persa con la menopausa ma aiuterà in modo diretto a mantenere integro l’osso. La contrazione muscolare è infatti il principale fattore che regola la sintesi di tessuto osseo e che quindi può contrastare la perdita d’osso tipica dell’età post-menopausale. Nell'uomo invece un’attività fisica di forza può perfino favorire il recupero della produzione di testosterone, essendo questo ormone direttamente coinvolto nei processi di adattamento allo sforzo intenso.


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