Economia L’appalto maledetto

Ragusa-Catania, se riparla il 4 luglio: il caro materiali annulla la gara

L’Anas temporeggia, terzo inutile rinvio di un bando già stralciato de facto

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/25-05-2022/ragusa-catania-se-riparla-il-4-luglio-il-caro-materiali-annulla-la-gara-500.jpg L’Anas temporeggia, terzo inutile rinvio di un bando già stralciato de facto


 Ragusa - L'Anas ha rinviato per la terza volta, stavolta addirittura al 4 luglio, la scadenza delle offerte per l'appalto della Ragusa-Catania: come previsto, un salto di un mese in mezzo per dar tempo al Tar di Catania di esprimersi - il prossimo 22 giugno - sul ricorso presentato dall'Ance contro la gara, che non tiene conto dell'impennata subita dai prezzi dei materiali da quando è stato approntato il progetto di raddoppio della strada in quattro lotti. A quel punto, un paio di settimane per capire come muoversi.

Ma ammesso e non concesso che il tribunale stabilisse di andare avanti col vecchio listino, quasi certamente il bando andrebbe deserto e dunque l’annullamento interverrebbe “d’ufficio”. Naturalmente non è detto che – al termine di tutto l’iter per riscrivere un eventuale nuovo – si faccia comunque avanti qualcuno perché la crisi economica è internazionale, in fieri e non se ne vede la fine. Va da sé che, oltre al ricalcolo dell'aumento dei costi del bando, bisognerà farne uno pure sui tempi di realizzazione del tratto stradale, ormai incalcolabili.

Che rincari di energia e materie prime stiano provocando un effetto domino sulle scadenze d’investimento programmate nei mesi scorsi, è dimostrato anche da altri grandi cantieri siciliani, in cui l'inizio dei lavori si sta rapidamente allontanando. E mentre dopo i trionfalismi iniziali dalla Regione adesso tutto tace, Giuseppe Busia - presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) - invita a riprogrammare lo stesso Pnrr: con troppe opere in campo si rischiano costi alti e poca qualità. Ovvero, che qualche ditta senza troppi scrupoli ci provi lo stesso spedendo così le opere nelle mani dei pm per vent’anni. 


© Riproduzione riservata