Economia Grandi opere

Catania: dopo la strada per Ragusa, sottostimata la ferrovia per Palermo

I prezzi sono aumentati, ennesimo ricorso Ance

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 Catania - Dopo l'appalto Anas da 940 milioni di euro per l'autostrada Ragusa-Catania, due nuovi maxi-appalti siciliani per oltre un miliardo finiscono nel mirino dei costruttori a causa dell'inadeguatezza dell'importo dei lavori messo in gara, che non tengono conto dei rialzi dei prezzi subìti nel frattempo da tutti i materiali. Vuoi per la guerra energetica in atto a livello globale, vuoi per la solita speculazione nei gangli della filiera, adesso nelle attenzioni dell'Ance entrano i due bandi appena pubblicati da Rfi, a cui ha chiesto di ritirali.

Entrambi riguardano il potenziamento della linea ferroviaria Palermo-Catania. Il primo, da 576 milioni, per la tratta Nuova Enna-Dittaino (lotto 4b); il secondo, da 534 milioni, per la tratta Dittaino-Catenanuova (lotto 5). Il presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili, Gabriele Buia, ha scritto una lettera a proposito all'Amministratore delegato della rete ferroviaria italiana, Vera Fiorani, coinvolgendo anche l'Antitrust. Non si esclude, dunque, un possibile nuovo ricorso al Tar anche quest’altra opera.

Sul ciclopico programma di nuove infrastrutture ferroviarie l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris, riconosce la necessità di «andare incontro alla filiera, altrimenti opere non partono». Il messaggio di disponibilità è arrivato ieri, nella conferenza in cui è stato alzato il velo sul piano industriale del gruppo Fs al 2031: 190 miliardi di investimenti e 40mila posti di lavoro, in quasi 20 anni però. E, tra gli obiettivi programmatici, c'è proprio quello di velocizzare la tratta Palermo-Catania, percorrendola in 2 ore anziché 3.


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