Lettere in redazione Questione di acqua

La desertificazione, una sfida ambientale del nostro tempo

Le regioni con aree sensibili alla desertificazione sono la Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna



Ultimamente si sente spesso parlare di siccità, cioè una carenza prolungata di acqua nel terreno che, interessando estesi territori, provoca danni sia di natura economica che sociale. Certamente è un fenomeno consequenziale dovuto ai cambiamenti climatici (aumento di CO2, anidride carbonica nell’atmosfera) e dal comportamento dell’uomo che in molti decenni ha alterato gli equilibri naturali sfruttando in modo irrazionale le risorse disponibili del nostro pianeta. Quando si innesca un impatto violento sul territorio, causato dalle attività umane irresponsabili (sistema di sviluppo che causa riscaldamento globale e quindi cambiamenti climatici), si genera una successione di degrado ambientale con fenomeni multi specifici che portano verso la desertificazione.

Oggi le zone a rischio sono collocate nell’emisfero sud e la maggiore responsabilità di tale fenomeno va ricercata negli interessi economici dell’emisfero nord del pianeta. Il processo di natura complessa dove contribuiscono diversi fattori, parte dal disboscamento per la coltivazione di piante, i cui prodotti sono destinati in massima parte all’esportazione con la conseguenza di un impoverimento e degrado del suolo sempre più spinto fino ad arrivare alla perdita totale della fertilità e alla desertificazione.

Questa ultimamente interessa più di cento Paesi, minacciando la sopravvivenza di oltre un miliardo di persone e con la possibilità di mobilitare un ulteriore fenomeno di migrazione. In Italia il fenomeno interessa alcune zone del meridione dove, anche se l’impatto è diverso da quello delle regioni aride africane, tuttavia la perdita di produttività del territorio comincia ad avere rilevanza non solo ambientale ma anche economica e sociale.

Le regioni con aree sensibili alla desertificazione sono la Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, corrispondente a più del 5% del territorio nazionale. Ma in questi ultimi anni stiamo osservando come i fenomeni siccitosi colpiscono anche il nord Italia, mettendo in allarme parecchi territori che diventano sempre più vulnerabili. Abbiamo imparato e ci si sforza tutt’ora che per risolvere i problemi del nostro pianeta è necessario saper coniugare lo sviluppo economico con la tutela dell’ambiente e la crescita sociale.

Il fenomeno della siccità desertificazione non è nuovo, già conosciuto in passato tanto che nel lontano 26 dicembre 1996 è entrata in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite allo scopo di favorire, attraverso una cooperazione internazionale, una migliore gestione sostenibile del suolo e delle risorse idriche. Certamente si è fatto poco o purtroppo è stata riservata non molta attenzione. Considerato che nel prossimo futuro la popolazione mondiale aumenterà ancora, sarà necessario aumentare la produzione di alimenti facendo attenzione a non danneggiare il già precario equilibrio biologico dell’ambiente. L’agricoltura, quindi, ancora una volta risulterà coinvolta nell’assumere un ruolo di primo piano nella lotta alla desertificazione.

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Sarà necessaria, per attivare una equilibrata gestione delle imprese agrarie, la presenza di molti giovani tecnici e imprenditori agricoli professionali provenienti dalle scuole agrarie. Essi avranno il compito di introdurre una “nuova agricoltura” applicando tecniche di agro ecologia, agricoltura biologica e di precisione. Bisognerà per il prossimo futuro studiare nuovi progetti capaci di coinvolgere le popolazioni ad essere più rispettosi dell’ambiente mantenendo alta la biodiversità (presenza di più specie), ridurre l’effetto serra, evitare lo spreco di acqua, proteggere le foreste gli animali e i vegetali.

Se i tecnici e la popolazione avranno il compito di ripristinare e proteggere l’ambiente, dall’altra parte la ricerca scientifica sarà impegnata nello studio di nuove varietà di specie vegetali capaci di interagire con l’ambiente. La forestazione ha un ruolo determinante nel ripristino degli equilibri ambientali e quindi nell’attenuare il peso degli impatti sugli ecosistemi. La piantumazione di alberi, come più volte evidenziato, porterà molteplici benefici di lungo periodo non solo legati alla riduzione dei costi (impiego di bioenergie), ma soprattutto per la stabilità dei sistemi produttivi e la conservazione dell’ambiente quale garanzia indispensabile per la continuità di ogni forma di vita.


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