Dove affonda la crisi di Gucci?
Se la separazione della maison dallo stilista Sabato De Sarno era arrivata la scorsa settimana come un fulmine a ciel sereno, oggi la pubblicazione del bilancio della casa madre Kering non sorprende più di tanto. Le stime degli analisti finanziari già non erano positive sull’andamento del gruppo del lusso francese che oggi ha confermato un calo dei ricavi del 12% (a 17,194 miliardi di euro) nel 2024, con l’utile netto crollato del 62% (a 1,13 miliardi dai 2,98 di un anno prima). Sui conti pesa come un macigno la riduzione a doppia cifra delle vendite del suo marchio di punta Gucci. Una situazione che ha fatto traballare la poltrona di De Sarno dopo soli due anni dalla sua nomina a direttore creativo, ancor prima che potesse dimostrare il suo talento rivoluzionario. I dubbi ora aumentano soprattutto perché il nodo del successore di De Sarno non è stato sciolto nella conferenza di presentazione dei conti.
Crollano le vendite di Gucci
Lo scorso anno i ricavi di Gucci sono scesi del 23%, fermandosi a 7,7 miliardi di euro, con le vendite al dettaglio, che rappresentano il 91% del totale, diminuite del 21%. Numeri che riflettono una maggiore selettività dei clienti che, in un momento di crisi e contrazione della capacità di spesa, puntano su pochi pezzi esclusivi. Non a caso proprio alcune linee iconiche di pelletteria a doppia G sono riuscite ad attutire il colpo del calo delle vendite, come la borsa Jackie e le sue interpretazioni moderne.
Male Saint Laurent, bene Bottega Veneta
Il trend in discesa si è esteso anche ad altri marchi del gruppo Kering: giù i ricavi di Yves Saint Laurent, fermi a 2,9 miliardi (in contrazione del 9%). Bottega Veneta, invece, ha riportato in incremento del 4% del fatturato a 1,7 miliardi di euro. È chiaro che per l’azienda sia essenziale lavorare sul risanamento di Gucci dato che rappresenta due terzi dell’utile operativo.
I possibili successori di De Sarno
Ora tutti gli occhi sono puntati sul nome del successore di De Sarno. Gli investitori si aspettavano qualche dettaglio in più ma oggi non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali. La vice direttrice generale di Kering, Francesca Bellettini, in conference call, ha detto soltanto che in Gucci si aspettano “grandi cambiamenti” e che il brand punterà a conciliare “abilità nella moda e tradizione, stile timeless e creatività, che saranno al 50% e 50%”, dopo il rafforzamento del brand grazie al lavoro dello stilista Sabato De Sarno. Servirà uno sforzo in più per proteggere i margini di guadagno e lavorare sulla desiderabilità e sul lato più fashion del brand, come ha sottolineato la stessa manager. Tradotto: bisognerà tornare alle origini di esclusività della maison fiorentina e abbandonare la svolta democratica. Chissà se il nuovo stilista di Gucci sarà preso dalla rosa dei favoriti, da Hedi Slimane, ex di Céline, a Dario Vitale proveniente da Miu Miu fino addirittura a Maria Grazia Chiuri e Daniel Lee che ha rilanciato Bottega Veneta e ora al timone di Burberry.
Possibile acquisto di nuove quote di Valentino
Altro fronte è quello dell’ampliamento del mercato. Kering non esclude nuove acquisizioni, ma prima deve ridurre il debito e concentrarsi anche sull’integrazione dei marchi di eyewear e beauty. Su questo obiettivo la società sembra non escludere persino il rafforzamento della sua presenta in Valentino (ora pari al 30%), riprendendo il progetto iniziale di salire fino al 70% entro il 2028.