Pozzallo - L’operazione Mare Nostrum avviata dal Governo dopo l’immane naufragio di Lampedusa del 3 ottobre di un anno fa, costato la vita a 366 persone, si appresta a lasciare il testimone a Triton. La missione partirà oggi, ma ci vorranno circa due mesi perché possa agire da sola.
È tempo di bilanci, tra oltre 150mila immigrati giunti in Italia, ma anche oltre 3.500 tra morti e dispersi, secondo le agenzie che si occupano di immigrazione, malgrado le stime ottimistiche del ministro dell’Interno Angelino Alfano che ricorda solo 499 morti, 1.446 presunti dispersi e 192 cadaveri da identificare. L’ultimo naufragio è di questi giorni pre-chiusura dell’operazione. È avvenuto al largo della Libia, con almeno una ventina di dispersi, e a solo una decina di giorni dal precedente, registratosi proprio nella giornata in cui Mare Nostrum “festeggiava” un anno.
Gli sbarchi sono numerosi anche in questi giorni di brutto tempo. Un +292% di sbarchi nel Mediterraneo centrale dall’avvio dell’operazione ha sancito un record negativo certamente impareggiabile nel tempo. I costi sono alle stelle. 9,5 milioni di euro al mese e l’impiego di Marina militare, Guardia costiera e, all’occorrenza, di mercantili di passaggio, come quello che in questi giorni ha soccorso 157 immigrati a bordo di un barcone che stava affondando a est di Capo Passero.
Il peso dei costi è gravato esclusivamente sulle spalle dell’Italia. Dei cittadini. “Mare Nostrum è costata agli italiani 114 milioni di euro, quasi 100mila euro al giorno” - ha detto il ministro dell’Interno Alfano nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti -. È lo stesso ministro, che ha voluto e difeso l’operazione tutta italiana, a sottolineare la buona nuova che la missione Triton è di impronta europea, gestita da Frontex.
A Triton aderiscono 21 paesi Ue. La missione sarà ridotta oltre che nelle spese anche nel numero di mezzi utilizzati e nell’area di intervento. Schiererà ogni mese due navi d’altura, due navi di
pattuglia costiera, due motovedette, due aerei e un elicottero. I mezzi partiranno da due basi: Lampedusa e Porto Empedocle. Pattuglieranno il Canale di Sicilia e il mare davanti alle coste calabresi tenendosi nell’ambito delle 30 miglia dal litorale italiano, mentre in Mare Nostrum arrivavano a ridosso delle coste libiche, area in cui, peraltro, si sono registrati diversi naufragi. Se ci sono dei limiti d’azione, c’è sempre, comunque, la cosiddetta “legge del mare” e del diritto internazionale che conferma l’Italia impegnata a fornire soccorso in caso di necessità. In pratica, gli obblighi di soccorso e assistenza resteno.
Visto che è ormai prassi per gli scafisti lanciare l’Sos dai barconi a poche ore dalla partenza dalle coste libiche, l’Italia continuerà a essere in prima linea. In uno degli ultimi viaggi della speranza, addirittura, i nocchieri hanno inscenato un’avaria nel motore per farsi raggiungere dai soccorsi di Mare Nostrum che, stando ai dati del Viminale, ha effettuato in tutto 558 interventi e ha salvato 100.250. Sul fronte giudiziario sono state sequestrate 8 navi-madre e sono stati arrestati 728 scafisti. L’alto numero non ha evitato all’Italia un sonoro schiaffone da parte del Consiglio d’Europa per le poche condanne che si registrano.
di Valentina Raffa
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