Ragusa - Nonostante l’incontro con il presidente della Regione Raffaele Lombardo di qualche giorno fa, in Provincia, le idee in merito alla famosa autostrada Ragusa – Catania, non si non chiarite.
Anzi. Sempre più confusione si fa largo tra le istituzioni e i cittadini che, molto spesso, sono tirati fuori dagli accordi politici. L’infrastruttura, ossia l’adeguamento della S.S. 514 e della S.S. 194, è inserita nella Delibera CIPE n. 121/2001.
Nel marzo del 2004, il Cda dell’Anas ha approvato il progetto preliminare e lo studio di impatto ambientale, con il relativo parere positivo del ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio (l’anno successivo) e l’approvazione da parte del Cipe (nel 2006).
In questo stesso anno, sempre il Cda dell’Anas ha approvato l’inserimento dell’intervento nel ‘Master Plan’ dell’azienda e, insieme a Regione Sicilia e al Ministero delle Infrastrutture, ha siglato un Accordo di Programma in cui si stabilisce di intervenire tramite cofinanziamento da parte di soggetto privato.
L’intervento, che prevede un adeguamento di circa 68km, è di fondamentale importante per il territorio ibleo, sia per sviluppare le sue potenzialità economiche e commerciali ma anche per migliorare il sistema di viabilità.
Il costo totale per la realizzazione dell’opera ammonterebbe a poco più di 810 milioni di euro che dovrebbero essere così suddivisi: 217 milioni di finanziamento della Regione, 100 milioni dell’Anas, 49 milioni da una legge del maggio 1999 (che per prima finanziò l’opera) e il resto, ossia il 55%, da privati attraverso il project financing.
Nell’aprile del 2008, previo avviso indicativo a cui hanno partecipato in tre, i promotori della Ragusa- Catania sono stati individuati nella ditta Ati formata da Silec S.p.A., Egis Projects S.p.A., Maltauro Consorzio Stabile (ormai Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro S.p.A.) e Tecnis S.p.A. e, tra ricorsi vari al Tar, si è arrivati nel gennaio 2010 con l’approvazione, da parte del Cipe, dello schema di convenzione da sottoscrivere con il soggetto privato vincitore della gara.
Il 1 aprile è stato così pubblicato il bando di gara per l’affidamento del project financing: i due soggetti presentatori delle migliori offerte potranno così concorrere con il promotore (a quest’ultimo sarà riconosciuto il diritto di prelazione in base al quale potrà adeguare la sua proposta alla migliore offerta della procedura negoziata, risultando aggiudicatario della concessione).
Al limite della scadenza, ovvero fine maggio, altre due aziende si sono candidate al progetto, facendo slittare l’aggiudicazione dell’appalto di circa sei mesi. Come succede molto spesso nel Sud d’Italia, le opere pubbliche hanno sempre un inizio e quasi mai una fine. Si parla di tanti progetti ma quasi mai si riesce a vederne qualcuno ultimato.
In realtà, secondo il parere del presidente della Provincia, Franco Antoci per quanto riguarda il “crono programma stabilito con Anas e ministero delle Infrastrutture non ci sono intoppi”.
Fra l’altro Antoci ha rassicurato anche in merito alla “certezza della delibera del Cipe che assicura la copertura finanziaria di parte pubblica”. Ma allora da dove sorgono i dubbi e le polemiche di questi giorni? Cosa avrebbe portato da una parte alle perplessità della Presidenza della Regione Sicilia e dall’altra a una poco chiara presa di posizione delle varie istituzioni?