Attualità Il nuovo stop

Astrazeneca: la Sicilia blocca tutto in extremis, ma ormai è troppo tardi

Decine di migliaia di under 60 l’hanno già ricevuto: scontato il terzo richiamo, sarà Pfizer per tutti



 Ragusa - "Un caso di trombosi ogni 100mila dosi di Astrazeneca", come riporta il rapporto Aifa, è poco? Andatelo a dire a quel caso, a cui è capitata. Mentre Friuli, Veneto, Marche, Puglia e Sardegna fanno sapere di non aver mai praticato AstraZeneca sotto i 60 anni, nonostante non fosse mai stato vietato sotto tale soglia d'età, in altre regioni - anche per necessità di smaltirlo - se n'è abusato scendendo fino ai 18 anni. E’ il caso della Sicilia: mentre l’Aifa decide in queste ore se proibire del tutto il siero di Oxford sotto i 50 o 40 anni, fino a ieri sull’Isola è andata avanti con noncuranza l’ennesima iniziativa Open Day AstraZeneca per tutti i maggiorenni privi di fragilità che volevano vaccinarsi senza appuntamento.

Come le altre iniziative simili, sarebbe andata avanti ancora per tre giorni, fino a domenica 13 giugno se, da ultimo, anche la morte della 18enne genovese vaccinata con AZ in un “porte aperte” ligure, non avesse obbligato il dirigente generale ad interim dell'assessorato alla Salute, Mario La Rocca, a imporre in serata lo stop "immediato" e "in via cautelativa" delle somministrazioni del siero a tutti gli under 60 siciliani. Il contrordine arriva "alla luce delle recenti notizie di stampa relative alle posizioni assunte dal presidente del Cts in riferimento al bilancio rischi-benefici”. E' scritto così, nero su bianco, nell'ordinanza che alleghiamo in foto. Si perché, se i giornali non avessero sollevato il problema, da Roma finora non sarebbe giunta ancora nessuna direttiva ufficiale a proposito. E allora la Regione si muove inseguendo gli articoli e le interviste dei media, anzichè telefonare direttamente a Palazzo Chigi. 

La decisione arriverà oggi ma non potrà essere un no netto sotto i 60 anni, a meno di non sovvertire tutte le ricerche scientifiche e le rassicurazioni fin qui profuse. Tutto ciò mentre decine di migliaia di giovani, spinti improvvidamente avanti e che hanno già ricevuto la prima dose, sono in attesa di capire col fiato sospeso se anche la seconda sarà con Astrazeneca. Il confronto governo-scienziati va avanti anche per quanto riguarda la terza, data ormai per scontata: qui le idee sembrano leggermente più chiare e il siero prescelto pare che sarà Pfizer. I primi destinatari del terzo richiamo saranno, ancora una volta, coloro che rischiano di venire più in contatto con il Coronavirus, magari nel frattempo mutato: over 60 e soggetti fragili anzitutto, poi operatori sanitari e forze dell’ordine.


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