Attualità La flotta tricolore

Comiso tra le basi dello squadrone anti incendi: 15 canadair, 19 elicotteri

Come funziona la macchina dell’esercito volante a difesa dai roghi, estivi e non

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/06-09-2022/comiso-tra-le-basi-dello-squadrone-anti-incendi-15-canadair-19-elicotteri-500.jpg Comiso tra le basi dello squadrone anti incendi: 15 canadair, 19 elicotteri


 Comiso – La stagione dei grandi incendi volge al termine: quest’anno la maggior parte dei roghi è stata registrata finora in Sicilia, dove a tutto agosto i vigili del fuoco hanno effettuato quasi 2.400; seguita da Puglia (oltre 2.000), Lazio (1.300 circa), la Calabria (1000) e Campania (700). In gran parte dolosi, hanno distrutto migliaia di ettari di vegetazione mediterranea e messo a rischio centinaia di strutture e centri abitati. Durante l’estate le richieste di soccorso aereo sono aumentate in tutta Italia del 20% rispetto allo stesso periodo del 2021, con una media di 1.500 operazioni al mese. Sono stati 15 i Canadair Cl-415 a disposizione dei pompieri fino al 31 agosto per intervenire contro i roghi nell’intero Paese. Lo si legge nelle 76 pagine di indicazioni operative della Protezione civile per quanto riguarda la «Campagna estiva antincendio boschivo 2022».

Oltre ai Canadair - conosciuti anche come Viking Air 415 - la flotta di Stato conta 5 elicotteri Erickson S64F e ulteriori 14 elicotteri del comparto Difesa, dei Vigili del fuoco e dell’Arma dei Carabinieri. In caso di situazioni estremamente critiche possono inoltre essere impiegati sul territorio nazionale anche velivoli cofinanziati dalla Commissione Ue nell’ambito del Progetto “rescEU”. I 15 Canadair appartengono tutti al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ma sono gestiti da Babcock Mission Critical Services Italia. Durante il periodo invernale e quello «ordinario» la flotta si riduce a 8. Il velivolo ha un’autonomia di 3 ore, tocca i 270 km/h come velocità di crociera, l’equipaggio è composto da 2 persone e la capacità dei serbatoi di acqua arriva a 6 mila litri.

La scheda tecnica spiega che «2.500 litri consentono una copertura dell’area trattata (in pianura) di 1.600 metri quadrati (bosco) o 2.500 (macchia) o 5.000 (pascolo)». Oltre ai Canadair e ai 5 elicotteri S64F, si contano 4 elicotteri Bell 412 (sempre dei pompieri) e 3 dell’Esercito; più un Bell 212 della Marina militare, un Agusta Westland AW139 dell’Aeronautica, due NH-500D dei Carabinieri e un UH-90 dell’Esercito. A livello organizzativo, la flotta è coordinata dal Centro operativo aereo unificato del Dipartimento della Protezione civile. «Lo schieramento viene stabilito sulla base di una serie di elementi - previsioni meteorologiche, statistiche storiche, disponibilità e consistenza della flotta regionale, disponibilità di fonti idriche - e può essere rimodulato in base a contingenti situazioni di elevata criticità», viene spiegato.

L'aeroporto di Comiso è tra le 19 basi italiane e 3 siciliane dove in questi mesi è stata dislocata la flotta insieme agli scali di Genova, Rimini, L’Aquila, Viterbo, Rieti, Roma-Urbe, Ciampino, Napoli-Capodichino, Pontecagnano-Salerno, Viggiano, Scalea, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Catania, Trapani, Cagliari, Decimomannu e Olbia. In caso di incendio, le prime a intervenire sono le squadre di terra coordinate dalle Regioni. Se il fuoco è troppo esteso e il lavoro delle squadre non è sufficiente, si può chiedere l’aiuto dei mezzi aerei. Se questi non sono a loro volta sufficienti, a quel punto la Regione richiede al Centro operativo l’intervento della flotta. Ogni anno anche Palazzo d’Orleans invia le informazioni sull’organizzazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva, per armonizza la capacità locale con il contributo dello Stato e ottimizzare una reciproca sinergia.

Sull'Isola c’è però il grave problema della carenza di automezzi, attrezzature e uomini "che allo stato attuale stanno boccheggiando - denuncia Carmelo Barbagallo, del sindacato Usb Sicilia, parlando di "situazione imbarazzante viste le alte temperature e il pericolo di nubifragi improvvisi con i cambiamenti tra aria calda e fredda" (senza contare le immancabili azioni criminali). Mica solo fiamme: il 115 suona di continuo per persone disperse, incidenti stradali, frane, smottamenti, allagamenti e altre calamità definite "naturali" sebbene provocate dall'attività umana che ha dissestato il territorio. Nonostante questo, "l’organico continua a diminuire per i colleghi che ogni giorno vanno in pensione" senza essere rimpiazzati da nuove assunzioni.

https://www.ragusanews.com/immagini_banner/1706632862-3-bruno.png

E chi va al fronte di fuoco, "rischia la vita senza essere tutelato con il riconoscimento delle malattie professionali e degli straordinari". Alcuni, che ad agosto hanno provato a chiedere la cassa integrazione per caldo, sono stati perfino derisi dai marines di Sigonella. Servizi fondamentali sempre più demandati, come per la Protezione civile, non a professionisti contrattualizzati ma a coraggiosi "volontari" a costo zero, che nella vita fanno un altro lavoro. Anche i confederali chiedono al nuovo governo un piano triennale di assunzioni, che colmi il vuoto esistente. Basti pensare che in Italia l’attuale rapporto tra vigili del fuoco e popolazione è di un pompiere ogni 15mila abitanti, quando l'Ue ne prevende uno ogni 1.500. In questi giorni sulla piattaforma Change.org, deputata alla raccolta di firme per le petizioni online, circola una domanda: “Lo sai che, nel caso dovessi aver bisogno dei Vigili del fuoco, ti troveresti in pericolo?”


© Riproduzione riservata