Ragusa - Speriamo che la vacanza che sta trascorrendo in Sicilia rassereni un po’ Luca Argentero a cui lusso e agiatezza evidentemente non mettono sempre di buon umore. Del resto, blindato nel Verdura Resort, non c’è rischio di imbattersi in qualche paparazzo siciliano a cui arrivare a mettere le mani addosso. A Forte dei marmi è rimato infastidito addirittura dalla loro presenza fuori dal ristorante chic, in cui cenava con la nuova moglie. Da una parte l’attore milionario, che deve tutto al Grande Fratello e che in vacanza spende 7mila euro a notte. Dall’altra un povero giornalista, magari precario, forse pure laureato, che le sue vacanze le passa appostato tutto il giorno sotto il sole, appresso a un personaggio di cui non può fregare di meno ma che è costretto a “pedinare” per campare, per guadagnare in 4-5 mesi la cifra che lui spende in una notte. Perché, piaccia o no, il mercato del gossip c’è e i primi a guadagnarci sono proprio i paparazzati.
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Vale per Argentero come per tanti altri. Da una parte il divo narciso che non perde tempo a sbandierare ogni due per tre la sua felicità e fisicità, la bella vita e i luoghi meravigliosi che frequenta, spesso allegandovi prodotti da pubblicizzare con cui rimpinguare il bottino; dall’altra una persona che vive nell’anonimato, nell’oscurità, che nolente contribuisce alla sua popolarità, e che non ha il diritto di fotografarlo perché sui media devono finire solo gli scatti che decide di pubblicare il protagonista. Che differenza di stile rispetto a colleghi come Stefano Accorsi o altri vip anche più ricchi di passaggio dalle nostre parti, come l’allenatore Stefano Pioli, cortesi e disponibili verso quel pubblico a cui devono spesso tutta la loro fortuna. Fortuna accumulata non facendo scoperte scientifiche o salvando vite umane, come il medico che Argentero impersona nella sua fiction, ma solo grazie al fatto di essere belloccio e aver preso i ganci giusti nella sua carriera giacché – quanto a recitazione – non è né meglio né peggio di tanti altri.
Già nel 2016 Argentero fu protagonista di un’accesa rissa con alcuni paparazzi che lo fotografarono insieme all'allora moglie Myriam Catania (nella foto). “Infami” urlò l’attore mentre prendeva a calci un fotografo, invitandolo ad andare a fare a pugni come un bullo di periferia: “Dammi un pugno in faccia, mi fai meno male”. Pure la moglie ci mise la sua eleganza: “Vai a scuola, invece di rubare la vita degli altri” disse al paparazzo. Ci piacerebbe sapere quali sono gli alti studi che lei ha completato. Capitò pure a Raul Bova, nel 2019, di aggredire un automobilista che, con una manovra azzardata, non aveva neanche sfiorato la compagna Rocio Munoz Morales. Bova “apriva lo sportello lato guida e afferrava il Cartolano (uno stimato e noto avvocato della capitale) per il braccio sinistro - si legge negli atti dei carabinieri e lo trascinava – e lo trascinava fuori dal veicolo strappandogli il cellulare che aveva in mano, che gettava terra, subito dopo colpiva Cartolano sul braccio sulla spalla sinistra trascinandolo sulle scale di entrata del mercato”.
“Ti porto dentro e ti sistemo, ti ammazzo”, avrebbe gridato quello che adesso fa il vice di Don Matteo in tv. Che distanza, nella realtà, dai personaggi che interpretano sul piccolo schermo, con cui facciamo il grave errore di confonderli. Alcuni mesi dopo, anziché chiedere scusa, anche Bova ha querelato l’avvocato che, dunque, è finito a processo insieme a lui. L'attore per violenza privata, lesioni e minacce. L’automobilista per aver effettuato “una manovra azzardata che aveva messo in pericolo l’incolumità fisica di Rocio”. "Tutelo la mia reputazione, non difendo la mia immagine - dice il penalista Cartolano, distinguendosi dall’attore -. Ho fiducia nella giustizia, so di non aver fatto nulla di male". Gli è capitato un cliente scomodo a Bova: non un povero paparazzo che si mette a tacere con una mancia, ma un legale che ne sa di diritto. Medici e insegnanti che formano le nuove generazioni, artisti che col loro ingegno donano lustro al loro Paese: questi meriterebbero i milioni a palate che finiscono invece nelle tasche di calciatori, conduttori televisivi, cantanti da quattro soldi, cosiddetti “influencer” e, appunto, attori. Quanti ce ne sono in Italia? Troppi.