Marsala - Un bacino di donna tra 12 e 14 anni, con cinque denti da latte: sono i resti di un sacrificio umano risalenti al 400 a.C., per scongiurare la caduta di Mozia nelle mani dell’esercito siracusano. E’ questa l’ultima scoperta fatta in questi giorni sull’isola archeologica, al largo della costa trapanese, riaperta al pubblico a giugno e dove proseguono gli scavi dopo il rinvenimento, a luglio, di reperti preistorici databili nientemeno che all’Età del Bronzo.
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Il ritrovamento dei resti della giovane è avvenuto nell’area del Khoton, vicino ai depositi votivi. In uno di questi sono state ritrovate anche delle lunghe ossa di mammifero, probabilmente un cavallo: animale sacro al dio Baal, adorato con Astarte nel tempio con piscina antistante. Accanto, dei piccoli vasi da banchetto rituale e un’ancora risalente al II millennio a.C., incastonata nelle mura del Temenos circolare, che testimonierebbe la presenza di popoli naviganti prima dell’arrivo dei Fenici.