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Nucleare: individuate 67 aree per le scorie radioattive, 4 sono in Sicilia

Nelle province Trapani, Palermo e Caltanissetta. Il costo? 900 milioni dei contribuenti

https://www.ragusanews.com/immagini_articoli/05-01-2021/nucleare-individuate-67-aree-per-le-scorie-radioattive-4-sono-in-sicilia-500.jpg Nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta. Il costo? 900 milioni dei contribuenti


 Dopo anni di attesa è arrivato il via libera alla Sogin - la società statale incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi - per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a stoccare le scorie radioattivi di bassa e media attività. Parliamo di circa 78 mila metri cubi di rifiuti provenienti soprattutto dalle industrie mediche e ospedaliere, dunque sostanze radioattive usate - ad esempio - per la diagnosi clinica, le terapie anti tumorali e le varie attività di medicina nucleare.

Sono sette le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e anche Sicilia. Sull’Isola sono state individuate 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta, che coinvolgono i comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia e Butera. Nel video allegato, i criteri stabiliti dall’Ispra e adottati per la scelta delle zone. Ora partirà una fase di consultazione, che durerà due mesi circa, quindi - nell'arco dei quattro mesi successivi - il seminario nazionale, e infine le manifestazioni di “interesse” dei territori.

Insomma, la strada è ancora lunga anche perché una volta individuato il posto serviranno almeno 4 anni per la sua costruzione. Il progetto prevede che le barriere ingegneristiche e le caratteristiche del sito assicureranno l’isolamento dei rifiuti radioattivi dall’ambiente per oltre 300 anni, fino al loro decadimento a livelli tali da risultare trascurabili per la salute dell’uomo e l’ambiente. Il costo complessivo è di 900 milioni di euro, prelevati dalla bolletta elettrica pagata dai consumatori. Nonostante le garanzie di massima sicurezza, la scelta del luogo darà certamente il via alle inevitabili proteste dei residenti.


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