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Covid, contagiarsi dopo il vaccino: quello che bisogna sapere

Gli effetti sulla propria salute e il rischio di trasmissione del virus agli altri

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Ragusa – I due medici palermitani con la Delta sono solo gli ultimi casi di infezione post vaccino: era noto da prima che iniziasse la campagna che i sieri non fossero efficaci al 100% (nessun siero al mondo lo è) ed era dunque preventivabile che, su una minoranza di cittadini, avrebbe potuto non fare effetto. Un’altra parte, inoltre, non ha completato il ciclo, essenziale perché il farmaco faccia effetto. Quando sono stati studiati gli attuali antidoti non c’erano ancora le nuove varianti, più contagiose, da poter prendere in considerazione nella loro produzione.

Non possiamo dire quanti siano con esattezza i vaccinati positivi al Coronavirus perché, in quanto asintomatici o con sintomatologia molto lieve, vengono scoperti per caso. L’ultimo studio dell’Istituto superiore di sanità, infatti, attesta l’efficacia del richiamo nel prevenire: infezione, all’88% (70% con una dose); ricovero ordinario, 94% (88% una dose); terapia intensiva, 97% (88%); morte, 96% (79%). E’ per questo, del resto, che sono stati pensati i vaccini: tenere a bada sintomi e ospedalizzazioni; non evitare di contrarre un virus, a quel punto, innocuo.

Il report certifica, in ogni fascia d'età, una differenza sostanziale tra vaccinati e non: l'80-90% dei contagi e delle ospedalizzazioni dell'ultimo mese è avvenuto in chi non ha ancora ricevuto un'iniezione, e nei decessi la percentuale sale ancora. Dunque, secondo la scienza, niente panico - per la propria salute - se nonostante le due dosi si dovesse risultare positivi: anche in medicina c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, ma nella stragrande maggioranza dei casi non si finisce a letto. Si può stare più tranquilli anche rispetto a una re-infezione post guarigione.  

Purtroppo però - nonostante la bassa e fugace carica virale - anche chi è immune dagli effetti gravi del Covid (soprattutto se sa di essere positivo), deve continuare a tenersi distante da sconosciuti che potrebbero invece non essere ancora coperti, del tutto o in parte. Sono loro a limitarci ancora, non il Coronavirus. Le infezioni cosiddette "breakthrough" restano quindi importanti da monitorare, per rispondere a domande ancora insolute: in che misura i vaccinati contagiati riescono a trasmettere il virus? quanto dura la protezione? Sui primi vaccinati regge ancora, quindi almeno 8 mesi ma, se a un certo punto si affievolirà, lo capiremo - in tempo - anche da queste infezioni inoffensive.


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