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Covid Sicilia, i reparti si svuotano: è ora di riaprirli agli altri malati

Pressione ospedaliera in costante discesa, ospedali e pronto soccorso da riconvertire in fretta

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 Ragusa - Da un paio di giorni è in corso la "riorganizzazione di alcuni ospedali di Palermo, Catania e Messina" annunciata dal dirigente dell'assessorato regionale alla Sanità, Mario La Rocca. "Ci dovevano pensare prima - ribatte il sindacato dei medici Cimo -, da una settimana siamo in emergenza e ci sono persone che aspettano giorni nelle aree di emergenza, mentre al Civico ci sono 140 letti vuoti". L’affollamento delle diverse strutture siciliane, infatti, segue un po’ l’andamento dei focolai.

Nei giorni scorsi, ad esempio, le cronache palermitane hanno riferito di code di ambulanze e attese di ore davanti ai pronto soccorso: tutti cittadini che hanno ricominciato a chiamare il 118 per altre ragioni. Tenuto conto che tutte le attuali 9 mini zone rosse dell’Isola scadono giovedì prossimo e che a ogni nuovo bollettino calano i ricoveri, sia ordinari che in terapia intensiva, è il momento di accelerare nella ridistribuzione dei reparti Covid, per riprendere subito terapie e soprattutto diagnosi preventive per i molti malati, affetti da patologie anche serie, rimasti per un anno in sala d’attesa.

Il privato costa caro e non tutti possono permetterselo, rinviando così test e accertamenti che hanno lo scopo di salvargli la vita, oltre che di non pesare in futuro su un sistema statale che - dal suo canto - fatica a tornare ai ritmi, già biblici, che scandivano i tempi per analisi e visite prima dell’epidemia. La domanda di attività sanitarie non-Covid sta esplodendo, e costituirà la seconda impennata di accessi in cliniche e ambulatori che registreremo nei prossimi mesi in tutta Italia. E il virus non c’entrerà niente. 


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